"Al seggio a 103 anni. Il primo voto nel 1946"

Dalla prigionia di El Alamein all’incontro con Napolitano. Il biologo Pietro Omodeo alle urne: "I giovani non hanno perso la speranza"

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Nella primavera del 1946, si ritrovò gomito a gomito, a bordo di un autocarro, con un giovanissimo, Giorgio Napolitano a fare propaganda. Poche settimane dopo, il 2 giugno, il referendum avrebbe sancito la nascita della Repubblica. Lui, era già assistente a Napoli alla cattedra di Zoologia diretta da Umberto Pierantoni. L’altro, Napolitano, era da poco segretario federale a Napoli del Partito Comunista Italiano. Ieri Pietro Omodeo, nato a Cefalù, 103 anni fa e residente a Siena, lo ha voluto ricordare al seggio, poco dopo aver imbucato le schede nell’urna: è lui uno degli elettori più longevi di tutta la nostra provincia.

"Per me è molto importante essere venuto oggi – racconta – la prima scheda della Repubblica è stata quella imbucata nel 1946 per il referendum del 2 giugno. Poco prima conobbi Giorgio Napolitano". Aveva 26 anni e già una guerra mondiale sulle spalle. "Ho combattuto ad El Alamein. Sono uno degli ultimi testimoni di quella battaglia perduta che però fu combattuta con coraggio". Omodeo è uno studioso naturalista e ambientalista, specializzato nell’evoluzionismo e, per i suoi studi, considerato oggi uno dei padri della moderna zoologia italiana ed internazionale. Ma nel 1939 il fronte lo travolse e l’anno dopo finì in nord-Africa, poi nel novembre 1942 venne fatto prigioniero in Egitto. Lì ha capito che la democrazia può avere anche il sapore del sangue, quando va conquistata.

"Sapevamo tutti – racconta – che sarebbe stata persa la battaglia perché non avevamo sufficienti munizioni che mancavano". Come ieri sapeva che forse, la battaglia per un pacificazione fra partiti e un governo stabile nei 5 anni sarà un obiettivo duro da realizzare. Ma alle urne c’è andato lo stesso, con due deambulatori, la lucidità gentile di chi sa qual è il suo dovere. "Non credo che i ragazzi non abbiamo voglia di votare. Penso che dopo la prima volta che uno lo ha fatto, provi soddisfazione soprattutto per la speranza che il proprio voto riesca ad avere un peso".

Per Omodeo la sfida, quella a cui nel suo ambito lavora da quasi un secolo, è la salvaguardia dell’ambiente. E’ lì che gli esecutivi e la politica dovranno puntare per realizzare un mondo degno di essere calpestato e vissuto. "Sono un biologo mi sono molto occupato dei problemi del riscaldamento globale e di tutte le conseguenze che questo può avere. C’è ancora molto da fare. Le prossime elezioni? Spero fra 5 anni, ma nella statistica è meglio non metterli, alla mia età non faccio programmi".