di Massimo Cherubini
Tanta gente in strada sfidando il buio, il freddo, alla caccia del presunto rapinatore dell’altra mattina al bar "La Casetta". Ad Abbadia San Salvatore torna, dopo il periodo del famoso polacco, la paura e la rabbia per il ripetersi dei furti e per l’utilizzo di pistole e carabine.
La ricerca da parte dei cittadini è scattata via social dopo l’ora di cena. Quando si è diffusa la notizia che Andrea Bellini aveva trovato la Panda rubatagli sotto casa nel primo pomeriggio. "Da quando ho scoperto che mi avevano portato via la macchina - racconta Bellini – mi sono messo in giro per trovarla. L’ho cercata a Piancastagnaio, a Castiglione d’Orcia, a Radicofani. Non so i chilometri che ho fatto". Poi la sorpresa. "Sono tornato ad Abbadia e in Largo Verdi (a pochi passi dal bar La Casetta dove proseguono le testimonianze di stima a Sara che ha detto "no" al rapinatore, ndr) e ho visto la Panda. Credevo che fosse stata abbandonata. Invece quando mi sono avvicinato ho visto che seduto al posto del guidatore c’era un ragazzo. Ho aperto lo sportello, era visibilmente assopito. Gli ho detto: ’Che ci fai qui?’ Mi ha risposto ’non l’ho rubata me l’ha data il proprietario per dormirci’. A quel punto stavo perdendo la pazienza e mi sono contenuto. Ho chiamato mia sorella Simona per darmi una mano, volevo chiamare i carabinieri. Tutto nell’intento che non scappasse. Invece con uno scatto felino se n’è andato. Si è diretto verso lo stadio comunale, gli sono corso dietro. Dopo poco non l’ho più visto. Ho pensato - aggiunge- che avesse scavalcato il muro per entrare dentro lo stadio. E’ arrivata gente, cittadini comuni, che si sono prestati a fare una sorta di protezione verso le uscite del campo sportivo. Non l’ho più visto. Non so come possa essere scomparso così rapidamente. Sono andato in caserma a fare la denuncia informando che nell’auto ho trovato delle siringhe usate. Sono stato ascoltato con attenzione - conclude - per questo ringrazio i carabinieri per la competenza e la gentilezza e anche per tutto il grande lavoro che stanno facendo per fronteggiare questa situazione".
Carabinieri che hanno lavorato instancabilmente ben oltre l’orario di servizio. E un risultato lo hanno ottenuto: fermare un giovane a bordo della Suzuki rubata a Vivo d’Orcia poche ore dopo la rapina. Ricettazione in flagranza di reato. La legge non prevede la custodia cautelare. E’ una decisione autonoma. Le indagini proseguono a tutto tondo. Si stanno rafforzando -sentendo testimoni, mostrando foto segnaletiche- i consistenti indizi già esistenti. Questo per quanto concerne la rapina. I furti potrebbero esser stati commessi anche da persone diverse, non solo dal presunto rapinatore.