A Chianciano per adesso niente profughi Il sindaco: "Un terzo centro? Non scherziamo"

La notizia dell’arrivo di rifugiati dall’Afghanistan nell’albergo sanitario ha creato un polverone. "Non possono chiedere altro al nostro paese"

di Laura Valdesi

SIENA

"Sai nulla?" "Arrivano oggi?" "Andranno negli alberghi sanitari oppure nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria? O magari in entrambi?" Domande che si sono rincorse fino a metà pomeriggio quando, dopo un intreccio di telefonate fra autorità, si è finalmente dissipata la nebbia. Sarebbe meglio dire il polverone sollevato dalle dichiarazioni del presidente della Regione Eugenio Giani che ieri avevano colto di sorpresa molti. Primo fra tutti il sindaco di Chianciano Terme Andrea Marchetti. La cittadina della Valdichiana era stata indicata dal governatore come sicura destinazione di profughi afghani in fuga dal Paese, per la quarantena di dieci giorni prevista dai protocolli e da effettuare nell’albergo sanitario presente in una zona relativamente defilata del comune. Dopo la prima sorpresa, la necessità di capire come-dove-quando da parte degli amministratori locali.

"Ho trascorso l’intera mattinata – conferma il sindaco Marchetti – a cercare chiarimenti da prefettura, Asl a cui fa riferimento l’albergo sanitario, anche dall’assessore regionale Stefano Ciuoffo. Come ha reagito Chianciano? C’è stato un allarme enorme". Spiega poi per quale ragione: "Siamo da sempre disponibili a dare una mano e in fatto di accoglienza secondi a nessuno. A preoccupare sopra ogni altra cosa la voce iniziata a circolare secondo la quale c’era l’intenzione di individuare nel nostro paese una terza struttura da utilizzare come Cas per i profughi nella fase post quarantena. Come ho già avuto modo di dire ci sono già due centri di accoglienza straordinaria dove vivono, con numeri che variano, un’ottantina di persone. Chianciano è un paese turistico che attraversa una fase delicata, come tutto il comparto, e cerca di uscire dalla crisi dopo un anno e mezzo di Covid. Non può permettersi un terza struttura destinata ai profughi, da qualunque parte essi vengano. Si pensi dunque a qualsiasi altro posto ma non a Chianciano. Deve essere chiaro a tutti". Accorate le parole di Marchetti che prefigura ricadute negative sull’economia già in precario equilibrio. "Mi hanno detto che è una favola e spero sia così, altrimenti il sindaco di Chianciano non è disponibile a ragionarci sopra", ribadisce il concetto.

Poi sull’arrivo, ventilato già da ieri, dei primi profughi per fare la quarantena nell’albergo sanitario, spazza il campo: "Al momento non sono previste persone. Probabile, chiaramente, che la necessità si palesi a breve perché la Toscana ha dato la disponibilità all’accoglienza di circa 200 rifugiati. L’albergo Covid nel caso ha posti liberi, se arrivano per un numero che copre la capienza nulla da dire. Ma il sindaco deve essere avvertito, nel caso. E dopo la quarantena troviamo ai profughi un’altra destinazione che non sia Chianciano. Su questo sono irremovibile. Un terzo Cas, ripeto, non ce lo possiamo permettere".

Dopo i dieci giorni di isolamento, infatti, inizierà la fase vera e propria dell’accoglienza, con riferimento sia ai Comuni ospiti che alle strutture utilizzate, che sarà comunque coordinata dal prefetto nell’ambito del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), il programma nazionale che già vede in Toscana la presenza di 1500 profughi da zone a rischio di vari Paesi.

Tornando agli alberghi sanitari dell’Asl per la quarantena Covid nella nostra provincia ce sono attualmente soltanto tre: quello appunto di Chianciano e due che si trovano invece a Siena ma che sono quasi completamente occupati.