Caria: “Telefonate dalle dirigenze dopo la vittoria. Pronto a giocare in ‘squadra’”

Il fantino vede un Palio di Provenzano “orientato verso una Contrada importante che non vince da tempo”

Francesco Caria portato in trionfo (Foto da sito Ente Palio Ferrara)

Francesco Caria portato in trionfo (Foto da sito Ente Palio Ferrara)

Siena, 28 maggio 2023 - «Che Palio vedo dopo l’estrazione a sorte  di Provenzano a Siena? Orientato verso qualche Contrada importante che non vince da tempo. Però non tutti riusciranno a divertirsi, c’è chi sì e chi no», risponde Francesco Caria, detto Tremendo, fresco vincitore del palio di Ferrara, appena rientrato a Siena con la cavallina Bagoga che gli ha regalato il quarto successo in piazza Ariostea. Sua moglie non era presente sabato sera a Ferrara ma Caria le ha dedicato il successo. «E’ molto contenta, sa i sacrifici che facciamo insieme, è partecipe di tutto. Il successo in un palio ripaga di tana fatica», spiega. Hai detto a caldo che hanno fatto di tutto per fartelo perdere, però, il palio di Ferrara. Il riferimento è alla mossa? «Grandi vantaggi non li ho avuti, penso che si sia visto. Una partenza complicata: sono in grado di capire chi ha fatto il suo e chi no. Chi ha rispettato i patti». Quante telefonate da Siena? «Qualche messaggio e anche qualche telefonata che mi ha fatto piacere». Magari importanti in vista del Palio? «Tutte sono importanti, mai dire mai». Dopo i successi di Tittia si è formata un’altra squadra a lui contrapposta? «Le squadre ci sono sempre state, bisogna capire però quali sono gli attaccanti». Caria gioca bene in squadra? «Penso di essere all’altezza di giocare anche in compagnia, ho dimostrato che mi adatto alle situazioni». La femmina Bagoga con cui hai vinto a Ferrara in fondo veniva forte. «Ci sono stati un po’ di problemi al canape, era una situazione sofferta che non gradiva. Schiacciavano e io ero al secondo posto. Credo che se fossi andato in testa avrei vinto con maggiore tranquillità, soffrendo meno. Però è stato davvero un palio spettacolare che ha dimostrato che per arrivare primi, comunque, non si deve sempre andare subito davanti ma condurre anche una corsa ragionata come ho fatto io, era la mia unica arma». Veniamo alle prove di notte. Una cavalla per il futuro che galopperà all’alba: monterai altri soggetti? «Di sicuro quelli di Gianni De Santis con cui ho fatto Monticiano». Cosa diresti alle dirigenze di Siena? «Nulla, c’è da far vedere e basta».