Milioni ‘bruciati’ alle slot-machine. «Il gioco ha distrutto tutti i legami»

Numeri allarmanti sul fenomeno diventato una patologia sociale

L’incontro sul gioco d’azzardo alla Casa della Salute

L’incontro sul gioco d’azzardo alla Casa della Salute

Sarzana (La Spezia), 16 marzo 2018 - I numeri danno l’idea della gravità del problema socio-sanitario creato dal gioco anche sul territorio. Numeri inquietanti, sottolineati nell’incontro pubblico organizzato alla sala della Casa della Salute dal Consorzio Cometa, impegnato da 39 anni nella lotta alle varie forme di dipendenza, a cui hanno aderito varie associazioni tra cui ‘Voce ai Diritti’. Secondo i dati forniti nell’incontro, inferiori a quelli di una recente analisi, tra ippica, lotto, lotterie e altro in totale solo a Sarzana si spendono oltre 12 milioni di euro, di cui ben 8 milioni e mezzo vengono inghiottiti dalle ‘macchinette’, ovvero slot machines, videolottery... A livello nazionale, secondo i dati del 2016, gli italiani spendono 96 miliardi nel gioco d’azzardo e ogni secondo si vendono 60,3 ‘grattini’: 5 milioni ogni giorno. Ma con il 61 per cento dei ‘Gratta e vinci’ venduti non si vince nulla, il 30 restituisce 5 euro, e si può trovare il jackpot solo «se si percorresse una strada fatta di gratta e vinci da Milano a Potenza».

ANCORA più dei numeri hanno dato l’idea del dramma le testimonianze di chi nel tunnel del gioco d’azzardo è rimasto intrappolato. «Sono due anni che frequento l’associazione di Don Franco perchè sono stata dipendente dalle slot per molto tempo – racconta, con un nodo alla gola, una donna sulla sessantina ringraziando Cometa e gli operatori che l’hanno aiutata ad uscirne – Il gioco mi aveva isolato. Avevo in testa un solo pensiero: giocare. Per combattere le slot non bisogna rimanere mai soli». Ha circa la stessa età un ex giocatore che racconta il suo dramma nell’incontro: «Pensavo solo a rifarmi delle cifre che perdevo e ho messo in difficoltà le persone che mi stavano accanto». «E’ stata un’esperienza bruttissima, – ricorda un giovane – anch’io per un paio d’anni sono stato un giocatore e in quel periodo mi ero chiuso con tutti, parlavo poco e mi ero isolato pensando solo al gioco d’azzardo».

ROMPE la catena delle testimonianze lo psicologo dell’Asl Alfredo Casini: «Il percorso di cura da affrontare è doloroso, spesso si possono verificare delle ricadute o degli incidenti di percorso. Bisogna fare in modo che esistano misure di protezione sociale che aiutino i più fragili». Enrico Malferrari della Cooperativa Papa Giovanni di Reggio Emilia ha fornito dati e cifre da capogiro sulle scommesse, sottolineando il regolamento del Comune di Sarzana che tenta di tenere lontane almeno le sale slot dei «luoghi sensibili». Ha puntato l’indice sulla Regione l’assessore comunale Daniele Castagna: «Manca la legge regionale che è stata prorogata». Secondo l’assessore non sono ancora attive le due nuove sale slot sbarcate a Sarzana che alzano ancora il numero degli apparecchi: «manca ancora l’autorizzazione». E sottolinea che «è importante fare prevenzione e rimanere uniti per combattere il problema delle dipendenze dal gioco d’azzardo. Mi piacerebbe introdurre parametri più stretti sugli orari di apertura delle sale e più vincoli, tra cui il divieto di fumo e di alcol». «Non bisogna cedere alla propaganda: questa punta al singolo, ai fragili e ai soli, ma ci conviene rimanere soli?» è stato il messaggio di don Franco Martini, responsabile del consorzio Cometa.