Rinnovamento necessario "Cambiare i giocatori"

Casini: "Serve il coraggio di aprire una fase di partecipazione e confronto"

di Elena Sacchelli

È Beatrice Casini, Pd, classe 1992, l’unica donna dell’opposizione, eletta per il terzo mandato consecutivo, il secondo come consigliere di minoranza. Una gratificazione personale che fa i conti con l’amaro del ko, il secondo, del centrosinistra a Sarzana.

Come vive la sconfitta del Pd?

"Sono grata e onorata che i cittadini abbiano continuato a darmi fiducia, ripagando il mio impegno all’opposizione. Sull’esito complessivo, riconoscere la sconfitta della coalizione è il primo passo. Ci confronteremo e bisognerà avere il coraggio di chiudere questa pagina e aprirne una completamente nuova".

Perché il Pd ha perso voti rispetto alle comunali 2018 e alle politiche 2022?

"C’è un problema che riguarda tutti i partiti, estremamente preoccupante e sul quale occorre lavorare. Ben vengano liste civiche, la partecipazione alla cosa pubblica è essenziale, purché servano per allargare il perimetro della coalizione e non per competere con i partiti alleati. La sensazione è che sia accaduto proprio questo, più che un allargamento del perimetro dei consensi si è assistito ad una frammentazione di consensi, dannosa per il Pd".

Il rinnovamento nazionale del Pd sembra non corrispondere a un rinnovamento del partito a livello locale. È d’accordo?

"Non sono una fan del giovanilismo preconcetto perché credo che il valore delle persone non si stabilisca dalla carta di identità. Allo stesso tempo non possiamo pensare che il rinnovamento dello schema non passi anche dal cambiare i volti dei giocatori. Le ultime elezioni credo abbiano suggerito alcune direzioni, i più votati sono under 40. Bisogna avere coraggio di aprire una nuova fase fatta di partecipazione e confronto, coinvolgimento ma anche supporto di chi negli anni ha maturato esperienza".

Come attrarre l’elettorato che non voterebbe a destra ma ha bocciato la giunta Cavarra nel 2018 e non ha dato fiducia all’ex sindaco Guccinelli?

"I due momenti elettorali devono essere contestualizzati perché completamente diversi e di difficile raffronto. Nel 2018 la coalizione di centro sinistra si presentò al voto molto divisa con più candidati a sindaco della stessa area e con il Pd in grosse difficoltà anche a livello nazionale. Le sconfitte però devono servire da lezione. Basta errori e ripartiamo almeno da tre aspetti: programmi che affrontino problemi concreti della quotidianità, innovazione e anche vera unità. Da soli non si vince".

Sarebbe bastato un altro candidato a sindaco per portare il centro sinistra al successo?

"Bastato no, non credo, non è una questione solo di nomi. Occorre essere anche un po’ realisti e considerare il fatto che il centro destra è maggioranza nel paese e nella nostra regione. Dialogo e confronto costante con i cittadini, innovazione e sincera unità".

Perché Sarzana ha confermato la fiducia a Cristina Ponzanelli?

"Il vento è a favore del centrodestra ma è probabile che il centro sinistra non abbia avuto elementi e forza sufficiente per far comprendere ai cittadini le nostre idee di futuro e i tanti problemi irrisolti dall’amministrazione uscente. Dal sociale alla sanità, dal decoro alla sicurezza".