
Nemmeno in permesso-premio dal carcere ha perso il vizietto di procurarsi droga da vendere ai clienti, nella fattispecie fra altri detenuti di Villa Andreino. Così ha ingerito cinque ovuli con dentro sostanza stupefacente con l’obiettivo di introdurli in cella. I loschi traffici di un 40enne tunisino sono stati però scoperti grazie all’intuito degli agenti della polizia penitenziaria di servizio in carcere, che già nei giorni scorsi aveva bloccato l’ingresso in cella di droga e sim telefoniche e aveva quindi intensificato i controlli: al suo ritorno (insieme al fratello) dal ’permesso premio’ concesso dal magistrato di soverglianza di Massa, agli agenti non è sfuggito l’atteggiamento sospettoso e nervoso dell’uomo. Al che, per vederci chiaro, lo hanno accompagnato in ospedale dove gli esami hanno messo a luce la verità: all’interno dello stomaco il 40enne aveva cinque ovuli di droga (eroina e cocaina e buprenorfina, usata nelle cure per la dipendenza da stupefacenti). Un potenziale traffico stroncato dagli agenti della penitenziaria al termine di un’operazione non semplice perchè il 40enne, nel timore di essere scoperto, si è scagliato con violenza contro gli agenti proprio per sottrarsi all’esame. Ma gli è andata male: la sua ’bravata’ gli è costato l’arresto. "Continuano i ritrovamenti di droga negli istituti di pena liguri – commenta Guido Pregnolato, segretario regionale del sindacato di categoria Uspp – le carceri sono diventate piazze di spaccio per la criminalità organizzata che trasforma la detenzione in un business. Bisogna dotare la Polizia Penitenziaria di strumenti tecnologicamente avanzati e rinforzare numericamente l’organico". Quindi i complimenti "ai colleghi del reparto spezzino per la brillante operazione".