REDAZIONE SARZANA

Ponte, rischi ignorati per sette anni. Cercasi soluzione per via Paradiso

Relazione del 2011 sulla pericolosità della struttura della Budella

Un unico collegamento ora sul Calcandola a Bradia

Sarzana, 1 ottobre 2018 - Via Paradiso continua ad essere un... incubo per i residenti e la viabilità intorno al centro sportivo sulla sponda del Calcandola un rebus, ‘appesantito’ dalla chiusura del ponte della Budella che ha ridotto i già inadeguati collegamenti tra le due sponde del torrente. Ma proprio la pericolosità di quella struttura, già nota alle due precedenti amministrazioni guidate dai sindaci Caleo prima e Cavarra poi, potrebbe essere l’occasione per la nuova giunta di rivedere la viabilità di tutta la zona e arrivare ad una programmazione in grado di risolvere definitivamente i nodi creati dalla crescita scomposta del quartiere. Sembra infatti destinato a finire in archivio il progetto della ‘nuova strada’ annunciata dall’amministrazione Cavarra, contestata da una parte di residenti (e non solo), criticata anche dalla Regione perché in contrasto con il progetto della pista ciclopedonale del Canale Lunense. L’iter burocratico, solo per il progetto, si era chiuso oltre un anno e mezzo fa con il via libera della Conferenza dei Servizi e la richiesta alla Regione dei 150mila euro promessi già dalla giunta Burlando. Ma quella contestata viabilità alternativa non è mai arrivata al traguardo.

E ORA si scopre ‘annosa’ anche la pericolosità del ponte della Budella. Tra gli atti mai resi noti dai predecessori la nuova amministrazione ha infatti trovato una perizia firmata dall’ingegner Patrizio Bellucci addirittura del luglio 2011, ben sette anni fa. Una perizia che allora rendeva accettabile su quel manufatto un carico massimo di 3,5 tonnellate. Ma, nello stesso tempo, il professionista sottolineava che la situazione di «grave degrado descritta dalla presente relazione potrà potenzialmente avere una, anche rapida, evoluzione temporale causando un’ulteriore diminuzione dei coefficienti di sicurezza e degli indicatori di rischio calcolati con conseguente possibile ulteriore limitazione al carico massimo transitabile». Una sorta di avvertimento di cui non risulta le due amministrazioni precedenti abbiano tenuto conto, e che di certo non era noto ai cittadini. Resta da capire se le condizioni del ponte della Budella si sono effettivamente aggravate e, in caso, in che misura. L’ingegner Bellucci nella relazione indicava anche gli interventi necessari per risolvere le situazioni di degrado ed eliminare le cause di deterioramento. Il professionista sottolineava «l’evidente degrado delle struttura», la «potenziale pericolosità delle anomalie riscontrate» ed anche «carenze strutturali degli elementi che non ne garantiscono la capacità resistente e deformativa richiesta dalle norme in relazione al sisma di progetto». Tra gli interventi necessari c’erano idrodemolizione corticale, trattamento anticorrosivo, cerchiatura dei pilastri o, in alternativa, incamiciatura in cemento armato, e anche il risanamento del piano carrabile. Ma in sette anni quel ponte non è mai stato toccato ed è rimasto aperto al transito fino all’ordinanza del nuovo sindaco Cristina Ponzanelli.