REDAZIONE SARZANA

Il Parco di Montemarcello diventa nazionale?

Approda alla Camera la proposta della deputata Rossella Muroni. Tedeschi: "Il passaggio comporterebbe un vero salto di qualità"

Pietro Tedeschi, presidente dell’Ente Parco (Pasquali)

Sarzana, 16 dicembre 2020 -  I confini dell’area protetta potrebbero allargarsi assumendo una dimensione di carattere nazionale. Nel giro di poco tempo il destino dell’ente Parco di Montemarcello Magra Vara è passato dalla tagliola dell’abrogazione - la proposta di legge presentata dall’ex consigliere regionale Andrea Costa però non è mai arrivata alla discussione del consiglio regionale - alla qualifica di Parco Nazionale. Quello che era un sogno lanciato nel corso di un dibattito organizzato da Parco e Legambiente nel 2019 al centro sociale "Barontini" di Sarzana sta assumento contorni sempre più concreti, aggiungendo elementi di afforzamento del ruolo dell’ente di protezione ambientale. E potrebbe diventare realtà. Infatti la proposta lanciata dalla deputata Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente nazionale, è stata presentata alla commissione della Camera per avviare la procedura di istituzione del Parco nazionale, andando così oltre i confini regionali e addirittura quelli interregionali proposti dal presidente uscente Pietro Tedeschi. I lavori non saranno immediati, ma neppure utopistici perché comunque l’iter prevede una risposta in tempi brevi.  

«Siamo andati ben oltre le previsioni - ha spiegato Pietro Tedeschi, presidente uscente dell’ente ambientale - ma questa è la risposta concreta dell’interesse che abbiamo sollevato intorno al parco e alla considerazione che si è accesa da più parti. Quando parlavamo di progetto Interregionale tra Liguria e Toscana unite dal Magra volevamo proprio evidenziare l’importanza strategica di un territorio che, unito, avrebbe avuto maggiori possibilità di ottenere risorse". Il passaggio a Parco Nazionale comporterebbe un vero e proprio salto di qualità per questa realtà: significherebbe, infatti, ottenere non soltanto visibilità, ma ben più sostanziosi contributi e finanziamenti.  

«Arriverebbero finanziamenti dal ministero - conclude Tedeschi - con ben altra velocità e consistenza per contribuire ad attuare quella progettazione che per mancanza di risorse è sempre stata rallentata se non rimandata. E gli argomenti sono infiniti: dalle discariche abusive già da tempo censite ma in attesa della loro rimozione dal letto del fiume Magra, alla costante pulizia, all’inserimento di nuove forze lavoro e ovviamente alla promozione e sviluppo della parte turistica. Il passaggio alla Camera è decisamente importante, mi auguro comunque che la decisione riscuota l’appoggio e la condivisione sentita anche da parte della Regione Liguria".  

Un altro passaggio importante per l’ente di tutela ambientale che proprio pochi giorni fa si è visto approvare sempre dalla commissione ambiente della Camera il testo unitario sul "Contratto di fiume" presentato dalla deputata Chiara Braga. Uno strumento di pianificazione e cura delle acque che contribuirebbe a migliorare la qualità della gestione dei territori fluviali e delle politiche di difesa del suolo, a partire dalla tutela e valorizzazione delle risorse idriche superficiali. L’atto di indirizzo al Governo punta a rafforzare il ruolo dei Contratti di fiume, a partire dal loro inserimento nell’attuazione dei progetti green proposti dal Ministero dell’Ambiente per accedere ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Recovery Fund.  

Massimo Merluzzi