Palazzo crollato, sette giorni per demolirlo

L’edificio rientra in un procedimento fallimentare in corso. La proprietà è piuttosto vasta e ne fanno parte anche dei ruderi colonici

Vezzano, crolla abitazione

Vezzano, crolla abitazione

Vezzano Ligure, 17 aprile 2021 - Sette giorni per demolire la palazzina, cioè quel che resta del signorile edificio di via Verdi a metà tra Vezzano inferiore e Vezzano superiore, detta della Fontanazza e franata mercoledì prima di mezzanotte, senza neanche tanto chiasso. Si è praticamente sgretolata su se stessa, con un sordo boato che nessuno poteva ricondurre a un cedimento di una casa, per fortuna disabitata. Resta la sua perfetta metà ancora arredata, mentre i massi ,che fino a mercoledì erano le pareti esterne dell’immobile, hanno ricoperto tutta la strada comunale nota come via Verdi, ma in realtà parte della Provinciale 16, adesso non più percorribile.

Il sindaco Massimo Bertoni ieri ha firmato l’ordinanza di demolizione che dal momento del recapito prevede una settimana di tempo per polverizzare lo stabile pericolante, di pari passo va anche lo sgombero della strada che non può essere eseguito fino a quando resta la palazzina squarciata. La strada è troppo stretta, in quel tratto c’è una curva a gomito, la palazzina franata va demolita – ha spiegato il sindaco –, non si può rischiare di far passare i mezzi in quella strettoia, con quel che resta della casa ancora in piedi. E da lì passerebbero tutti mezzi, scuolabus compreso. Insomma troppo pericoloso. «Intanto sappiamo che un professionista sta studiando il caso – ha precisato il primo cittadino sindaco – e che per eseguire il lavoro si stanno valutando solo aziende spezzine. Entro due, tre giorni, dovrebbero avere la valutazione della spesa da parte del giudice fallimentare». Ricordiamo che lo stabile, centrale a un complesso di case signorili, non è proprietà del Comune, ma di privati in fallimento e quindi in mano a un curatore. Sarà loro l’impegno di riportare la normalità a quella parte di Vezzano che adesso è divisa in due. «I tempi non dipendono da noi – ha detto Bertoni – ma non ci possono essere proroghe, per noi è fondamentale che risolvano il problema, è chiaro che questo episodio ci fa capire ancora di più che tutti devono controllare le proprietà». Da valutare le modalità della demolizione, certo per il Comune non dovrebbe interessare solo la porzione crollata, perché le altre palazzine attigue, parti indipendenti ma nello stesso corpo della villa signorile, sono ugualmente pericolose visto che si trovano nelle stesso stato. Poi ci sono le cascine più interne ai terreni, in passato erano le case dei contadini, veri e propri ruderi. E non ci sono neppure problemi di stoccaggio dei detriti dato che dietro questo complesso di case c’è un terreno di 6mila metri quadrati, tutti compresi nella proprietà. Quegli stessi terreni che da tempo sono nelle mire dell’amministrazione per la costruzione di una strada che colleghi due parcheggi, ma sul quale non si è mai trovato un accordo, neanche con il tentativo di esproprio. Per conto suo il Comune, come afferma il sindaco, nel bilancio dell’amministrazione presto al voto riserverà una fetta delle risorse finalizzate a rendere sicuro il territorio, soprattutto le strade, i parchi e ad attivare anche il controllo del territorio con videosorveglianza. Cristina Guala