Sarzana, padiglioni espositivi abbandonati: un orto botanico dentro i “vetroni”

Collocati anni fa nel fossato della fortezza Firmafede e poi lasciati al degrado con sperpero di denaro pubblico

Alcune immagini dei ’vetroni’ abbandonati nel fossato della fortezza Firmafede

Alcune immagini dei ’vetroni’ abbandonati nel fossato della fortezza Firmafede

Sarzana, 11 settembre 2022 - Finalmente un’opportunità concreta per riutilizzare i ’vetroni’, le quattro ingombranti strutture in vetro e alluminio che da troppo tempo coabitano con la vegetazione incolta nel fossato della Fortezza Firmafede: potrebbero ospitare un orto botanico. Se il progetto approvato in linea tecnica con una delibera di giunta del 2 settembre andrà in porto, si tratterebbe di una doppia bella notizia: sia per la promozione della città che potrebbe vantare un orto botanico, sia dal punto di vista della riconversione green di strutture comunali in abbandono.

Ma facciamo un passo indietro. I quattro padiglioni posizionati nel fossato della Fortezza Firmafede furono acquistati dalla giunta Guccinelli, che necessitava di spazi espositivi, nel 2000 per un costo totale a carico della comunità sarzanese di 1 miliardo e 400 milioni di lire (oggi 743 mila euro). Le strutture avrebbero dovuto essere collocate solo temporaneamente nel fossato dal momento che l’autorizzazione rilasciata a suo tempo aveva una validità di anni tre, poi avrebbero dovuto trovare un’altra collocazione. Ma se da più da vent’anni, dopo un breve utilizzo, i padiglioni si trovano ancora lì il motivo è ben presto spiegato: spostarli ha un prezzo elevato, che supera i 100 mila euro. L’amministrazione ha quindi deciso di partecipare a un bando per risolvere la situazione. Si tratta di un avviso pubblico con cui lo Stato finanzierà “interventi infrastrutturali che vadano a migliorare la fruibilità dei luoghi di interesse turistico ed aumentare l’attrattiva di destinazioni di particolare valore storico, culturale, naturalistico, sportivo e religioso”.

"I vetroni della Fortezza rappresentano uno degli sprechi più illustri per Sarzana – ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Barbara Campi –. Oggi pensiamo a riqualificarli e riproporli alla città, liberando finalmente quella parte del fossato della Fortezza che restava loro ostaggio e proponendo un orto botanico a cittadini e turisti. I costi del recupero sono enormi e partecipiamo così a un bando, come abbiamo fatto per tanti altri, certi che questo progetto di recupero possa vincere oggi o domani. Non pensiamo solo al nuovo, ma anche a curare le cicatrici della città e a fare sinergia con il patrimonio umano di questa terra, sua reale ricchezza".

Il progetto, se verrà selezionato da Filse e proposto al Ministero del Turismo, potrebbe far arrivare a Sarzana 150 mila euro, importo utilizzabile per spostare i padiglioni dal fossato della fortezza in località Olmo, dove sorgerebbe l’orto botanico. Ma chi se ne occuperebbe? Lo scorso 22 luglio la neonata ma già attiva associazione botanica Giardini Caneva aveva inoltrato al Comune una richiesta di parere preliminare per il recupero di serre esistenti e la realizzazione di un orto botanico a uso pubblico. Dall’abbandono i ’vetroni’ potrebbero divenire quindi sede espositiva botanica, auditorium e biblioteca a disposizione di pubblico e scuole per promuovere la conoscenza e il contatto sensoriale con la natura.