Luni, conclusi gli scavi a Porta Marina. Arricchite di reperti le due domus

In una delle dimore è emerso un mosaico che raffigura attività commerciali e di cantieristica. Riportata alla luce, nel peristilio, anche una fontana monumentale distribuita su più vasche

L’area sottoposta a scavi è quella localizzata nel quartiere sud orientale di Luni: hanno operato gli archeologi di Pisa insieme a agli studenti di Seravezza

L’area sottoposta a scavi è quella localizzata nel quartiere sud orientale di Luni: hanno operato gli archeologi di Pisa insieme a agli studenti di Seravezza

Luni (La Spezia), 16 ottobre 2023 – L’antica civitas romana continua a lanciare preziosi messaggi del suo insediamento nella piana di Luni. Si è conclusa la campagna di scavi eseguita dagli archeologi dell’Università di Pisa su concessione del ministero della Cultura e dell’università individuando l’area archeologica di Porta Marina già allo studio degli scorsi interventi eseguiti da studenti e docenti dell’ateneo toscano. Le ricerche sono state dirette dalla professoressa Menchelli coadiuvata dai dottori Sangriso, Marini e Marcheschi che anno dopo anno continuano ad arricchire le conoscenze sulla storia e l’organizzazione urbanistica del quartiere sud-orientale di Luni.

Nell’area sono state identificate due domus, ricche abitazioni costruite nella prima metà del I secolo avanti Cristo affacciate sul Cardo Massimo, una delle strade principali della città. Nella domus meridionale invece lo scavo si è concentrato sull’ingresso caratterizzato da un mosaico rappresentante arsenali, con al di sotto due navi, con tutta probabilità di tipo commerciale, forse una rappresentazione del ricco proprietario della domus, desideroso di mostrare ai visitatori le sue attività commerciali oppure di cantieristica. L’attività commerciale era già stata individuata grazie al ritrovamento di cocci di anfore probabilmente utilizzate per il trasporto di olio oppure vino, ma anche di stoffe, vasellame oltre a ornamenti. Nell’atrio sono stati individuati i pilastri del portico del tempio, costruito intorno al 70 dopo Cristo sulla domus meridionale.

Nel giardino interno del porticato, il peristilio, i ricercatori hanno portato alla luce una fontana monumentale, il ninfeo, suddiviso in più vasche mentre nella Domus settentrionale è continuata l’individuazione delle fasi di VI e VII secolo dopo Cristo in particolare dei resti di travi lignee pertinenti alle abitazioni che in età bizantina e longobarda occuparono il quartiere. La campagna di scavo ha visto impegati insieme agli studenti dell’Università di Pisa anche i ragazzi dell’istituto Marconi di Seravezza, nell’ambito di in progetto coordinato dal professor Querci. Le attività di scavo sono integrate da una campagna di telerilevamento da drone eseguito dal dottor Belcari oltre che da particolari studi paleobotanici utili per procedere alla ricostruzione dell’ambiente naturale effettuati dal professor Carmody della Troy University in Alabama.