Lavoro e amore per il territorio Così nascono i vini bio di Luni

Andrea Marcesini dell’azienda agricola ’La felce’ è anche presidente del Consorzio che tutela Dop e Igp

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di Elena Sacchelli

Passione per il proprio lavoro, attenzione al dettaglio e un amore incondizionato per il territorio. Queste le caratteristiche che hanno portato Andrea Marcesini – titolare dell’azienda agricola ’La felce’ di Luni e presidente del Consorzio per la tutela e la promozione dei vini Dop e Igp Colli di Luni, Cinque Terre, Colline di Levanto e Liguria di Levante – ad affermarsi nella produzione di vini biologici e naturali, fino a diventare punto di riferimento non solo per la provincia, ma a livello nazionale.

"Gestisco quest’azienda dal 1998 quando la produzione era incentrata su vino sfuso, pesche e ortaggi – ci ha spiegato Andrea Marcesini durante la visita de ’La Nazione’ –. Dal 2001 ho iniziato a imbottigliare le prime 2 mila bottiglie di Colli di Luni e nel 2022, che è stata una buona annata, ho raggiunto quota 45 mila, chiaramente incrementandone oltre al numero, anche le varietà di vino prodotte che oggi sono cinque". La scelta di orientarsi all’agricoltura biologica e quindi di ritornare al vino vecchio stile abbandonando gli additivi è arrivata nel 2006 e, senza dubbio, è stata vincente. Se infatti da quest’anno ’La felce’ può fregiarsi del certificato biologico, è dal 2015 che i vini dell’azienda agricola della famiglia Marcesini sono entrati all’interno del circuito Triple A, importantissimo canale di distribuzione di vini naturali a livello nazionale. Non è un caso se i vini prodotti dall’azienda familiare ortonovese si possono trovare in locali di alta ristorazione e il fatto che nel 2016 il Monte dei Frati – una delle tipologie di vino prodotta da La felce – sia stato scelto per un banchetto organizzato dal Re di Svezia insieme ad altri 4 vini francesi.

Il lavoro di Andrea Marcesini non si ferma alla vendita e alla produzione di vini, ma è orientato anche e soprattutto alla promozione del territorio. "Il 14 febbraio 2019 io e Giorgio Bacigalupi abbiamo preso in mano il consorzio – ha proseguito – che c’era già, ma era latente. Abbiamo preso adesioni e l’abbiamo adeguato alla normativa e adesso posso dire con soddisfazione che il 97% delle aziende vi ha aderito". Inizialmente il lavoro del consorzio è stato incentrato sulla burocrazia: c’erano esigenze impellenti e obiettivi che oggi possono dirsi raggiunti. Tra questi la modifica del disciplinare Doc Cinque Terre, l’inserimento nella Doc Colli di Luni di altre varietà oltre al vermentino, come l’albarola. L’aggiunta nelle Igt del Massaretta e del vermentino nero e, soprattutto, la modifica dell’organismo di controllo dei prodotti che oggi è in capo a un ente terzo. Ma ora che le basi per lavorare al meglio sono state gettate, il presidente del Consorzio dei viticoltori, punta in alto per far crescere i risultati di una provincia che produce da sola il 53% del vino di tutta la Liguria.

"Devo tanto al vermentino ma non possiamo puntare solo su quello per essere competitivi – ha aggiunto Marcesini – per questo credo che sia necessario promuovere il nostro splendido territorio. Come Consorzio ci siamo impegnati ad aprire tavoli di confronto, come quello regionale con l’assessore all’agricoltura Alessandro Piana, per trovare quote in più rispetto quelle che abbiamo per i vigneti, il che significherebbe avere più ettari da coltivare. Il mercato adesso è in crescita e proprio per questo abbiamo chiesto di inserire altre varietà in Liguria: provare a lavorare altre uve anche per via del cambiamento climatico con cui dobbiamo convivere". Questi gli attuali obiettivi da raggiungere: far partire con il patrocinio della camera di Commercio e il supporto del segretario Marco Casarino un progetto di promozione del territorio utilizzando fondi ministeriali e allargare i confini dei colli di Luni per produrre di più.