La chiesa chiede aiuto a... San Francesco

Pronto il progetto di restauro per l’edificio del 1300. Un appello per trovare le risorse

L’architetto Davide De Ranieri. Ha lavorato con le restautrici Paola Orsolon e Francesca Gatti, l’ingegner Alessio Currarino

L’architetto Davide De Ranieri. Ha lavorato con le restautrici Paola Orsolon e Francesca Gatti, l’ingegner Alessio Currarino

Sarzana (La Spezia), 1 maggio 2019 - Ci vorranno molti soldi, qualche anno di lavoro e il sostegno generoso dei parrocchiani e della città tutta. Il parroco, però, ne è convinto: il restauro della chiesa non è un sogno, anche perché - assicura don Franco - a dare una mano ci penserà lo stesso San Francesco. Ai fedeli e al consiglio pastorale convocati appositamente lunedì scorso, scherzando ma non troppo, don Pagano ha raccontato infatti di essersi rivolto tempo fa proprio al Santo di Assisi, perché... ci metta una buona parola. Il sacerdote era appena arrivato alla parrocchia sarzanese e un po’ sconsolato di fronte alle condizioni della chiesa trecentesca, bellissima ma decisamente malandata, ha raccontato di aver «bussato» in preghiera proprio a Francesco chiedendogli se non fosse il caso di fare qualcosa. Detto fatto. Da quel giorno la macchina si è messa in moto e ha preso corpo un progetto di restauro che, in tre distinti lotti di lavori, dovrà restituire la storica chiesa al suo splendore originario. 

Il progetto è pronto al 90 per cento e ad illustrarlo ai fedeli riuniti in parrocchia, oltre a don Franco, sono venuti l’architetto Davide De Ranieri, che ha curato la prima fase di studio e documentazione portata avanti assieme a due restauratrici, Paola Orsolon e Francesca Gatti, con la supervisione dell’ingegnere strutturista Alessio Currarino. «L’iter è appena cominciato – ha spiegato il parroco – ma è importante che il primo passo sia stato fatto. Ora si procederà per gradi, ma sono sicuro che arriveremo in fondo». La strada da fare in effetti è lunga. Molto complessa è stata anche la raccolta della documentazione sulla chiesa, compreso un antico atto della famiglia Parentucelli recuperato nell’archivio storico dei Frati minori, come ha ricordato l’architetto De Ranieri, che si è poi soffermato sulla complessità dell’indagine sullo stato dell’immobile, con il sottotetto gravemente degradato, pieno di materiale ‘sedimentato’ e abitato da topi e piccioni. 

Ora lo studio, completato con il progetto di recupero delle parti artistiche affidato alle due restauratrici, verrà presentato alla Sovrintendenza che si spera lo approvi alla fine dell’anno. Quindi sarà la volta della gara di appalto, con l’intervento della Diocesi. Entro il 2020 si conta di raggiungere il primo obiettivo, il rifacimento del tetto (800 metri quadrati di copertura), con un iniziale impegno di spesa di circa quattrocentomila euro. Ma da dove verranno le risorse finanziarie? «I canali che percorreremo saranno diversi – ha spiegato don Franco – . Intanto partiremo con un mutuo, cercando di accedere contemporaneamente alle risorse dell’8 per mille, a eventuali finanziamenti della Conferenza episcopale oltre a contributi del Ministero dei beni ambientali». Fondamentale sarà anche l’aiuto dei privati, parrocchiani ma non solo, visto che la chiesa è patrimonio della città, come ha rimarcato nel suo breve saluto, il sindaco Cristina Ponzanelli, che ha sottolineato l’altro valore dell’iniziativa della parrocchia, definita «un regalo alla città».