MATTEO MARCELLO
Cronaca

Il dramma di Vezzano: idraulico trovato morto, archiviate le indagini

Il gip del tribunale della Spezia ha respinto l’opposizione dei famigliari. Per la Procura il decesso del 64enne artigiano è avvenuto per cause naturali

I carabinieri sul posto dove è stato ritrovato il corpo di Enrico Albero (nel riquadro, foto dal profilo Facebook)

I carabinieri sul posto dove è stato ritrovato il corpo di Enrico Albero (nel riquadro, foto dal profilo Facebook)

La Spezia, 17 luglio 2025 – Quella di Enrico Albero, l’idraulico di 64 anni trovato senza vita, in circostanze sospette, la mattina del 20 dicembre a Vezzano Ligure, fu una morte naturale, e non sussiste alcun elemento per ricondurre il decesso “a una condotta illecita”, come già sostenuto dal sostituto procuratore. Con queste motivazioni il giudice per le indagini preliminari Marinella Acerbi ha definitivamente archiviato l’indagine sul decesso dell’artigiano spezzino, rigettando l’opposizione presentata dall’avvocato Salvatore Lupinacci per conto della famiglia, che più volte in questi mesi aveva lanciato appelli agli inquirenti affinché si facesse piena luce, nella convinzione che tanti aspetti della vicenda non fossero ancora ben chiari e che per questo fossero necessarie ulteriori indagini per approfondire ulteriori elementi, come la possibile esistenza di un secondo cellulare di proprietà dell’uomo, che non sarebbe stato mai trovato. Il sostituto procuratore titolare del fascicolo, Alessandra Conforti, aveva inizialmente avviato le indagini per omicidio, contro ignoti, ma le risultanze dell’autopsia svolta dall’anatomopatologa Susanna Gamba avrebbero tratteggiato un altro scenario – ovvero quello della morte per cause naturali – rispetto a quello paventato dagli inquirenti nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del corpo. Da qui la richiesta di archiviazione, ai quali la famiglia si è opposta, e il pronunciamento con cui il gip ha disposto il definitivo stop alle indagini. “La dottoressa Gamba ha, con motivate argomentazioni, ravvisato la causa della morte in un arresto cardiorespiratorio in soggetto caduto accidentalmente, procuratosi un lieve trauma cranico e rimasto vittima di ipotermia, rilevando al contempo l’inesistenza di segni di afferramento, immobilizzazione o legatura che potessero indicare azioni attribuibili a terzi” si legge nel provvedimento del giudice per le indagini preliminari, che ha di conseguenza ritenuto “superfluo qualsiasi supplemento di indagini richiesto da parte opponente”, alla luce del fatto che anche “le circostanze indicate come elementi di prova nell’atto di opposizione” da parte dei famigliari “non possono essere ritenute tali, integrando al più mere asserzioni, in alcun modo provate, né emergenti dagli atti”.