REDAZIONE SARZANA

Cava della Brina, in due a giudizio

Sono il legale rappresentante della Inert.Eco e il direttore dei lavori, l’accusa è di inquinamento ambientale

Due rinvii a giudizio nell’inchiesta della procura della Spezia per inquinamento ambientale nella ex cava della ’Brina’. Il giudice dell’udienza preliminare Mario De Bellis ha accolto ieri la richiesta del pubblico ministero Maria Pia Simonetti nei confronti di Paolo Vagaggini, spezzino di 68 anni, legale rappresentante della Inert.Eco srl, società che ha fornito i materiali conferiti in cava, e di Renato Capaccioli, spezzino di 73 anni, direttore dei lavori di ripristino ambientale della cava. Difesi dall’avvocato di fiducia Andrea Corradino, dovranno comparire il prossimo 3 febbraio davanti al giudice Marinella Acerbi. Parte offesa è il Comune di Santo Stefano Magra, rappresentato dall’avvocato Riccardo Birga. Non luogo a procedere invece per Adriana Boggi, amministratrice unica della Castagna Settimo srl dal 4 febbraio 2016, che nel frattempo è deceduta.

Secondo l’accusa che si fonda sulle indagini dei carabinieri forestali, col sequestro effettuato il 3 marzo 2017, in concorso tra loro nell’ambito del progetto di recupero, riqualificazione e destinazione ad uso residenzialeverde pubblico della cava di rocce verdi della ’Brina’, avrebbero realizzato una discarica non autorizzata mediante l’utilizzo di aggregati riciclati e terre di scavo provenienti esclusivamente dall’impianto Inert.Eco, conferendo nel sito materiale non ecocompatibile, soprattutto per quanto attiene agli idrocarburi pesanti e ai policlorobifenili, quindi privo dei requisiti richiesti e costituente rifiuto.

Uno dei reati contestati è l’inquinamento ambientale perché con la condotta sopra descritta, avrebbero determinato il superamento delle concentrazioni soglia previste per le acque sotterranee, soprattutto per quanto attiene all’azoto ammoniacale, ai cloruri, agli idrocarburi pesanti e al manganese, cagionando una compromissione significativa delle acque sotterranee. Inoltre avrebbero omesso di effettuare la comunicazione degli eventi contaminanti agli enti competenti, non mettendo in atto le necessarie misure di prevenzione, quantomeno a partire dal luglio 2016.

Oltre alle indagini dei carabinieri forestali, determinanti anche le perizie del consulente tecnico della procura Gian Paolo Sommaruga e del dottor Balestri che è stato nominato dal gip. Chiamata a rispondere anche la Inert.Eco, difesa dall’avvocato di fiducia Fabio Sommovigo, per i vantaggi recati alla società dal suo legale rappresentante Paolo Vagaggini.

Legambiente potrà costituirsi parte civile al processo.

Massimo Benedetti