
E’ una delle priorità ambientali che il Comune di Santo Stefano Magra dovrà portare a termine con le proprie forze, seppur sostenuto dal finanziamento ricevuto da Regione Liguria. Un problema che si protrae da anni ma che, nonostante le ripeture sollecitazioni e il ricorso alle vie legali, non è ancora stato risolto dalla proprietà.
Ci penserà così l’amministrazione comunale santostefanese a rimuovere il materiale inquinante depositato in uno dei capannoni dismessi all’interno dell’ex ceramica Vaccari di Ponzano Magra, in una zona dell’immesa distesa un tempo simbolo del lavoro e occupazione ma da anni oggetto di non poca preoccupazione proprio per lo stato di degrado in cui versa. Per procedere alla messa in sicurezza dei rifiuti ancora presenti all’interno del capannone, che è ancora di proprietà della società Ceramica Ligure, l’ente si è affidato alla società specializzata nel settore Hera Ambienti Industriali.
Non si tratta infatti di un’operazione semplice. Occorre infatti procedere alla separazione dei terreni a maggior grado di contaminazione e quindi a rischio igienico sanitario per un totale di spesa quantificato in poco superiore ai 149 mila euro.
L’intervento di rimozione del materiale rimasto in giacenza si è reso necessario quando i laboratori di Asl 5 e Arpal hanno certificato l’inquinamento della terra ancora presente nel capannone della società sottoposta a fallimento. Per procedere alla bonifica il Comune di Santo Stefano Magra ha richiesto e ottenuto dal dipartimento territorio, ambiente e infrastrutture di Regione Liguria un contributo collegato al programma di interventi in materia ambientale e di bonifica di siti contaminati che ha approvato il piano operativo proposto dal geologo Iacopo Tinti, dell’associazione professionale Theia di Firenze.
L’intervento di messa in sicurezza dei rifiuti consisterà nella rimozione dei cumuli di rifiuti pericolosi, con cernita preliminare dei fusti metallici, campionamento ed analisi delle frazioni separate quindi il trasporto del materiale in strutture autorizzate. Insieme all’operazione dovrà essere inoltre adottato un sistema di ulteriore monitoraggio e controllo dell’ambiente per scongiurare il pericolo di ulteriore aerodispersione di polveri e sostanze volatili inquinanti.
Le ditte presenti sul territorio, interpellate dall’amministrazione comunae, non si sono rese disponibili alle lavorazioni da eseguire quindi sono state affidate alla società Hera ambiente Servizi Industriali di Bologna per una somma di poco più di 149 mila euro.
Massimo Merluzzi