
Il Miglio blu – è notizia dei giorni scorsi – si impreziosisce del polo nautico-produttivo del Gruppo Antonini ma la costruzione dei maxiyacht (in proprio e conto terzi) è solo un tassello, l’ultimo, di un mosaico di operatività che con perno nello stabilimento di Pertusola abbraccia una lunga storia di famiglia caratterizzata dalla specializzazione nella realizzazione delle piattaforme off shore per l’estrazione del petrolio. Una storia approdata ad un nuovo varo, nel quadro del rapporti con lo storico committente: l’Eni. Un traguardo parallelo, nei giorni scorsi, ad un altro varo, quello di uno scafo di acciaio e alluminio di 56 metri costruito per conto di un primario cantiere che lo allestirà. Il concatenarsi di eventi si è risolto anche nel battesimo mediatico della quarta generazione degli industriali che fanno della spezzinità un loro vanto, insieme alla valorizzazione del personale: 250 i dipendenti diretti, 200300 nell’indotto. In principio fu Walter (scomparso nel 1994); a lui, in progress, sono seguiti Claudio e i suoi figli Simone (attuale ad), Lorenzo (direttore di produzione) e Massimo (responsabile commerciale e del comparto nautico); ora la new entry del nipote Nicholas (figlio di Massimo, addetto ai progetti speciali).
Fresca di caricamento nella bettolina “Claudio 1” (di proprietà del gruppo), la piattaforma petrolifera WHP2 realizzata per Eni Congo. Sono in corso le operazioni d rizzaggio per affrontare una lunga navigazione. Il mega manufatto, col suo dedalo di impianti, a gennaio prenderà il largo; lo attendono 5mila miglia per giungere (in 40 giorni) a destinazione, a Pointe Noire, al traino di un rimorchiatore. Stessa sorte per le ’gambe’ della piattaforma che saranno impiantate sul fondo.
Intanto la costante attenzione degli Antonini verso le nuove opportunità di mercato; si colloca in questo contesto la sfida del new brand “Antonini Navi” che - con direttore commerciale Aldo Manna, anche lui spezzino - si risolve nella costruzione preventiva degli scafi di superyacht poi da allestire sulla base dei desiderata dall’armatore e del contratto che matura in progress (con risparmio di unodue anni sui tempi di consegna).
L’attenzione, nel periodo critico della pandemia, è andata ai lavori, dal rifacimento del piazzale alla ristrutturazione dei capannoni dello stabilimento, con parallelo mantenimento dell’occupazione e fruizione limitata dalla cassa integrazione.
Corrado Ricci