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Antenna telefonica a Castelnuovo Magra: il Comune nega l'autorizzazione

Il Comune di Castelnuovo Magra ha deliberato il diniego alla richiesta di installazione di un ripetitore da parte di una compagnia telefonica, a seguito del malumore dei residenti e del parere contrario della Soprintendenza.

Il Comune ha detto "no" all’antenna deliberando il diniego alla richiesta presentata dalla compagnia telefonica di installare un ripetitore a Castelnuovo Magra in un terreno di proprietà di un privato con il quale era già stato trovato un accordo. Ma il malumore dei residenti della zona di via Gragnola individuata per l’operazione, la raccolta di firme e l’intenzione di affidarsi a un legale ha trovato sostegno dell’ente che ha disposto l’annullamento d’ufficio dell’eventuale silenzio assenso maturato dopo la richiesta di autorizzazione per l’installazione dell’antenna di oltre 30 metri di altezza e di potenza superiore a 20 watt.

La richiesta presentata dalla società Linkem, poi diventata Opnet spa, era stata contrastata dalla commissione paesaggio proprio in ragione delle dimensioni dell’infrastruttura, impattante sul contesto della zona di campagna, parere supportato anche dalla Soprintendenza. La società proponente ha chiesto ulteriore tempo per presentare una serie di accorgimenti allo scopo di superare le criticità evidenziate. Nel frattempo i residenti hanno iniziato il pressing sul Comune per bocciare definitivamente il progetto rivolgendosi anche all’avvocato Gino Ambrosini. Le modifiche proposte hanno nuovamente trovato il muro della Soprintendenza che ha espresso dissenso dal punto di vista paesaggistico in particolare sottolineando come la realizzazione di una platea in calcestruzzo di 40 metri quadri e un plinto di fondazione in prossimità del torrente Bettigna andasse a diminuire in modo sostanziale la qualità paesaggistica dei luoghi. Stessa idea sul palo di 30 metri, anche se poi ridotto a 27.

Il Comune nel riconoscere il carattere di opera di pubblica utilità ha proposto alla società Opnet un sito alternativo e di proprietà senza però ottenere l’accordo. Per scongiurare che il titolo autorizzativo si ritenesse definito in virtù del silenzio-assenso l’amministrazione castelnovese ha determinato il diniego alla richiesta di autorizzazione.

Massimo Merluzzi