Quando la canzone diventa poesia: 'Segnali di fumo', il nuovo album di Giacomo De Rosa

Un disco dalle emozioni uniche e autentiche, “come quelli di una volta”, dove lo spartito ricercato di storie e parole esatte e mai scontate si sposa a una ricchezza musicale dal respiro internazionale: “Segnali di fumo” è disponibile su tutte le piattaforme di download e streaming

Giacomo De Rosa

Giacomo De Rosa

Massa Carrara, 17 novembre 2020 - Quando la musica si sposa alla poesia, e quando alle emozioni che provocano le note si uniscono quelle che provengono da uno spartito ricercato di parole esatte e mai scontate, ecco allora che un album è destinato a restare nel cuore grazie alla magia, quella autentica, che solo le canzoni di un tempo sapevano contenere e trasmettere. È il caso di “Segnali di fumo”, il nuovo album di Giacomo De Rosa, giovane cantautore toscano doc, uscito il 30 aprile scorso.

Il disco, che contiene nove brani inediti, arriva a circa un anno di distanza dal predecessore “Il cuore oltre l’Aurelia”. Pur mantenendone l’impronta cantautorale, questo nuovo lavoro allarga lo sguardo lirico e musicale verso nuovi orizzonti. “Ci siamo spinti in viaggio dall’Italia al Portogallo, dai paesi anglosassoni al Brasile”, scherza l’autore. “Avevamo moltissime suggestioni: lo sforzo è stato quello di armonizzare mondi così diversi in un tutt’uno coerente”. Per rispondere a questa sfida De Rosa ha coinvolto il livornese Marco Baracchino nel ruolo di produttore artistico e arrangiatore. “Con Marco la sintonia è arrivata sin dal primo accordo”, chiosa Giacomo, “È un musicista straordinario che coltiva ancora un sano approccio artigianale, oltre che artistico, alla musica”. Il disco, mixato presso il G.Lab Studio di Giacomo Lorè e masterizzato da Giovanni Versari de La Maestà studio, è stato pubblicato dall’etichetta Vinile Produzioni Musicali dello stesso Baracchino. Ma la componente musicale è solo metà del lavoro: De Rosa è infatti un artista fortemente legato alla parola, e anche in questa occasione non ha mancato di dimostrarlo. “Per quanto canzone e poesia siano due terreni di gioco differenti”, continua l’autore, “ho cercato di utilizzare un approccio poetico nella composizione, a livello di ricerca della parola, metrica e sonorità del verso”. Ecco allora comparire frasi inusuali in un panorama musicale che da tempo “parla come mangia”: bellezza sovrana un po’ bizantina, di vezzi e segreti silente regina, posi passi pensosi su lungomari gelosi, ecc. Il risultato è un disco “come quelli di una volta”, che non si accontenta delle strade usuali, rifugge dalla massificazione della musica e si spinge invece ad esplorare “le scure pianure tra l’oggi e il domani”. I “Segnali di fumo”, forse, sono proprio questo: un invito a ridare all’arte la priorità sul mercato e sui social, a riportare sullo stesso piano apparenza e sostanza.

Giacomo De Rosa, come nasce questo nuovo album e come lo definirebbe?

“Lo definirei un disco abbastanza, e volutamente, ‘inattuale’, e ora le spiego perché.  Quest’album raccoglie canzoni scritte negli ultimi anni, insieme ad alcune più recenti. Rispetto al disco precedente, in questo disco, che nasce direttamente in studio, c’è la voglia di allargare a livello musicale gli orizzonti rispetto alla tradizione cantautorale italiana. Riprendo infatti sonorità, internazionali, dal Brasile e dai paesi latini, e in tutte le tracce si avverte la volontà di diffondere le sonorità contemporanee, andando a ripescare allo stesso tempo non solo nelle nostre, ma anche nelle tradizioni di altri Paesi, che hanno una ricchezza musicale non indifferente. E poi mi sono impegnato nella scrittura di testi poetici, evocativi, misteriosi, andando in direzione contraria rispetto a quello che è il panorama musicale attuale che tende invece verso la banalizzazione del linguaggio, e di quella che dovrebbe essere la dimensione artistica della canzone. Il mio tentativo è quello di riscoprire un linguaggio che nella nostra canzone c’è sempre stato, penso agli anni sessanta, ma che ultimamente si è andato un po’ perdendo o quantomeno è minoritario. In questo senso lo definisco un disco abbastanza, e volutamente, ‘inattuale’: perché è di fatto il tentativo di reagire e rispondere a un trend generale che va verso l’impoverimento della canzone”.

Quali temi tratta nell’album?

“Tematiche comuni, storie d’amore, si parla di rotture, di piccole fotografie di storie quotidiane. Si parte però da queste vicende per allargare lo sguardo, risalendo dal particolare al generale, per arrivare a vedere come le piccole esperienze racchiudano in sè qualcosa di comune e universale”

Quanto tempo ha lavorato alla lavorazione del disco? E come ha vissuto il lockdown?

“La pubblicazione è avvenuta durante il primo lockdown, invece il lavoro è stato fatto durante il 2019. È stato registrato dalla tarda primavera fino all’autunno del 2019, è nato nell’arco di pochi mesi. Il lockdown l’ho vissuto tutto sommato in modo positivo: mi ha dato modo, e tempo a disposizione, per lavorare a del nuovo materiale. Ho avuto tempo per concentrarmi sulla scrittura di nuovi brani. Come tutti, ho avvertito la mancanza della dimensione live, mi è mancato il rapporto con il pubblico, che per un artista fa la differenza. Nel panorama musicale, il lockdown ha contribuito ad acuire una crisi che di fatto però già c’era, ma può anche essere l’occasione per ripensare una nuova dimensione musicale”.

Progetti futuri?

“Ho già nuove canzoni sottomano, avrei già lavorato in studio, ma lo stop forzato non me lo ha, per ora, permesso. Ma ci stiamo già lavorando a distanza. L’ispirazione non manca e conto di far uscire nuovi brani già nel 2021. E intanto attraverso i social mantengo vivo i rapporti e i contatti coi miei followers, in attesa di tornare ad esibirmi, e a rincontrarli, dal vivo”.

“Segnali di fumo” è disponibile su tutte le piattaforme di download e streaming

Social:

http://www.giacomoderosa.it/

https://www.instagram.com/derostello/

https://www.facebook.com/gdrmusica/

Streaming:

Spotify: https://spoti.fi/3d8AZge

Apple Music: https://apple.co/3f2VhJC

YouTube: https://bit.ly/3f3OYp3

Maurizio Costanzo