
Cassonetti Digitali
Alle Cure e Faentina, Quartieri 2 e 5 di Firenze, la risposta dei cittadini non è mancata: si avvicina infatti più velocemente del previsto il traguardo delle 5.000 chiavette elettroniche (l’ormai noto A-pass) consegnate dagli operatori di Alia Servizi Ambientali agli abitanti delle due zone cittadine, le prime dove prenderà il via la trasformazione del sistema di raccolta con l’utilizzo di nuovi contenitori stradali “digitali”, che si aprono appunto con chiavetta.
Firenze, città sempre più circolare, già in testa alle classifiche nazionali per la trasformazione digitale, disporrà delle nuove tecnologie anche nell’erogazione dei servizi ambientali: la chiavetta elettronica personale che dialoga con la centrale digitale posta sul cassonetto permetterà di sapere, attraverso la tracciatura dei conferimenti di ogni singola utenza, come migliorano qualità e quantità dei materiali differenziati per essere avviati a riciclo.
Prosegue la “sfida green” di Firenze che implica un cambiamento culturale e nelle modalità di gestione che, grazie all’impegno ed alla partecipazione dei cittadini, porterà un beneficio complessivo ambientale ed un maggior recupero di materia per le filiere del riciclo e sostenibilità ambientale.
Dopo Cure e Faentina, saranno coinvolti nel progetto gli abitanti delle aree Fortezza - Milton - Il Tempio.
Quindi sarà il turno di un altro importante settore cittadino (aree Corsica - Rifredi - Viale Gori) con 13.500 utenze coinvolte e 870 nuovi cassonetti “digitali” che saranno posizionati.
Complessivamente, fino al 2023, il progetto di installazione dei cassonetti e delle interrate (diventeranno anch’esse digitali) interesserà 13 settori del capoluogo, coinvolgendo circa 200.000 utenze, in tutti e 5 i Quartieri cittadini, dove a regime saranno circa 10.000 i nuovi contenitori stradali, tutti circolari & digitali.
Intervista a... Silvia Moroni
Green influencer e Eco gastronoma, creatrice del profilo IG @parlasostenibile, che parla di sostenibilità a 360°
Oggi si parla tanto di sostenibilità. Tu hai addirittura un blog e un canale Instagram chiamato @parlasostenibile. Con quali obiettivi? Parlo (tanto) alle persone di come possono essere sostenibili nella loro vita quotidiana e cerco di farlo in modo unico, divertente, ironico, perché penso che la creatività sia la chiave giusta per trasmettere alle persone le mille sfaccettature di questo mondo complesso che è la sostenibilità ambientale. Oggi si parla di edutainment, ovvero di contenuti educativi e utili, ma anche divertenti, per affrontare argomenti che alle volte possono essere difficili o magari noiosi. Vorrei aiutare davvero le persone a vivere una vita più sostenibile nel quotidiano, renderle consapevoli e far sì che le pratiche sostenibili diventino un’abitudine. L’obiettivo è che alla fine non abbiano più bisogno neanche del mio profilo.
Cosa cercano e cosa chiedono i tuoi followers? Le persone chiedono consigli per limitare il proprio impatto sul pianeta e quindi sul nostro futuro. Parliamo di ogni aspetto in cui si può applicare la sostenibilità (praticamente tutti!): l’alimentazione, la moda, la mobilità, l’economia domestica, la cosmetica, la vita quotidiana in casa e fuori, i viaggi… Siamo abituati a uno stile di vita che ci induce all’iperconsumo, spesso anche al prezzo molto basso, senza preoccuparci molto di quanto le nostre azioni possono avere un impatto sul futuro (non solo delle nuove generazioni, ma a partire da domani). Mi chiedono tantissimi consigli pratici, per la vita di tutti i giorni, ma percepisco anche un interesse per la complessità: non basta sapere che è meglio un prodotto piuttosto che un altro, ma vogliono sapere perché, andare a fondo della questione. È molto bello condividere questa curiosità con le persone che mi seguono, perché nella sostenibilità niente è bianco o nero, è tutto molto complesso e bisogna riuscire a trovare l’equilibrio giusto. Ultimamente molti sono interessati anche a capire quali brand sono davvero sostenibili e quali invece cercano di fare un po’ di greenwashing, cioè se si impegnano realmente a ridurre il loro impatto ambientale o è soltanto una strategia di marketing.
Qual è il ruolo delle imprese per lo sviluppo sostenibile? Oggi cominciamo davvero tutti a percepire gli effetti del cambiamento climatico e a capire che tutti possiamo fare qualcosa. Le imprese ovviamente possono fare scelte più o meno sostenibili, però ricordiamoci che, così come le città e i paesi, anche le imprese sono fatte da persone singole: se le persone maturano questa responsabilità verso il futuro e l’ambiente, poi lo faranno anche le aziende, sia perché sono composte da persone, sia perché si troveranno a dover rispondere a una diversa richiesta del pubblico. Esistono aziende che hanno proprio nella loro mission l’ecosostenibilità e sono riuscite a coniugare i tre aspetti fondamentali: ambientale, sociale ed economico. Altre dovrebbero iniziare un percorso. Credo che sia fondamentale un impegno a tutti i livelli: dal singolo che decide di utilizzare la borraccia al posto della bottiglia di plastica fino al governo che emana leggi per la sostenibilità, passando per le aziende che si rendono più virtuose. È fondamentale l’impegno di tutti, perché da soli non si fa la differenza.