
La Pietà 2004 festeggia la storica promozione in Prima Categoria, un traguardo di passione e dedizione.
"Un traguardo straordinario, storico, che arriva a celebrare i vent’anni della società e che ripaga di anni di sacrifici, passione e dedizione. Non è solo una vittoria sportiva, è il coronamento di un sogno costruito giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, da chi ha sempre creduto in questa maglia". E’ così che il direttore sportivo della Pietà 2004, Filippo Iacobacci, ha commentato la promozione del club in Prima Categoria.
Il gruppo guidato da mister Gianfranco Trupia ha chiuso al primo posto il girone C di Seconda Categoria, mantenendo il vantaggio sul San Niccolò conquistato a metà stagione sino alla fine. Anche quando il sodalizio aglianese sembrava destinato ad "ammazzare" il campionato ed aveva accumulato un margine che sembrava inattaccabile. "Questa promozione è la firma collettiva di un gruppo eccezionale, tantissimi ingranaggi che insieme hanno collaborato per questo obiettivo storico. Dei giocatori, protagonisti in campo di un’annata indimenticabile, vissuta con cuore, testa e gambe sempre al massimo – ha continuato Iacobacci – uno staff tecnico straordinario che ha saputo guidare e motivare, trasmettendo fiducia e determinazione in ogni momento. Di una dirigenza presente, seria, appassionata, che ha reso possibile tutto questo, sostenendo il progetto con impegno e passione. Ma soprattutto, questa è la vittoria di chi è qui da anni e ha attraversato momenti difficili senza mai mollare. Di chi è arrivato da poco ma ha subito mostrato uno spirito di sacrificio e un senso di appartenenza fuori dal comune. Ognuno ha dato qualcosa, ognuno è stato fondamentale".
Il club ha chiuso il campionato con la miglior difesa del raggruppamento (solo 25 i gol subiti) vincendo 16 delle 30 gare disputate. E la stagione più chiudersi con una dedica speciale ad Amerigo Bernardi, storico dirigente della Pietà e primo tifoso scomparso nel 2019. "Ha trasmesso la sua passione ai tanti ragazzi che fanno parte ancora oggi del gruppo – ha chiosato Iacobacci – e se a distanza di anni il suo ricordo è ancora vivo, perché tanti giocatori lo hanno ricordato dopo la vittoria, vuol dire che ha lasciato tanto".
Giovanni Fiorentino
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