REDAZIONE PRATO

Vittime di tratta. Una rinascita ora è possibile

Il progetto "Nei nostri panni" si amplia coinvolgendo artigiani e promuovendo l'inclusione femminile, formando e inserendo soggetti vulnerabili nel tessuto produttivo pratese.

E’ entrato nel vivo il progetto "Nei nostri panni" che dopo il successo con cenciaioli e filatori ha allargato i suoi orizzonti rivolgendosi agli artigiani e favorendo anche l’inclusione femminile.

ll progetto si propone di formare e inserire nelle aziende soggetti vulnerabili, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. L’obiettivo è insegnare loro

un mestiere e inserire nelle imprese personale qualificato

e motivato che possa sostituire professionalità tipiche del tessuto produttivo pratese che stanno scomparendo da anni. Sono stati infatti selezionati sette tirocinanti, per i mestieri di tessitore e rammagliatrice, provenienti da Costa d’Avorio, Nigeria, Burkina Faso, Pakistan, Mali, India e Ucraina.

Per questa terza edizione i candidati sono stati selezionanti a luglio e il progetto avrà una durata di sette mesi di cui uno di formazione in aula e sei di tirocinio in azienda.

I sette beneficiari sono stati inseriti in azienda tramite tirocini formativi retribuiti e al termine di questi si potrà concretizzare la proposta di assunzione, come nella scorsa edizione, che ha visto l’assuzione di cinque persone.

"Questa attività da una parte dà risposte ai soggetti vulnerabili e dall’altra rappresenta un aiuto anche alle aziende che vivono un momento di crisi", dice l’assessore all’integrazione Malucchi. Più del 50% dei tirocinanti provengono dal progetto Sai (Sistema di Accoglienza e Integrazione).

"Quest’annovengono inserite anche tre donne – spiegato Niccolò Cipriani di Rifò - inoltre lavoreremo con le tessiture e i maglifici e abbiamo coperto con il rimborso anche il periodo di formazione".