Vaccinazioni, adesione totale degli over 80. Ma per immunizzarli tutti serviranno 4 mesi

Finora pochissimi quelli che si sono tirati indietro. Il grande lavoro dei medici di famiglia: "Ecco come facciamo a non sprecare le dosi"

Una siringa ospedaliera

Una siringa ospedaliera

Prato, 5 marzo 2021 -  Per organizzare un’ora e mezzo di vaccinazioni effettive servono almeno due giorni di lavoro. Niente è facile, tutto è complesso, eppure lo sforzo è fondamentale per uscire dall’emergenza. Prosegue al ritmo di 18 dosi alla settimana per ogni medico di medicina generale la campagna di vaccinazione destinata agli over 80. I pazienti vengono contattati direttamente dai medici che seguono una scaletta legata principalmente all’età: dopo i centenari che sono stati i primi, seguiti dai novantenni, adesso sono in corso le vaccinazioni degli anziani con un’età compresa nella fascia tra 84 e 86 anni. Niccolò Biancalani, medico di base e vicesegretario Fimmg ha circa 150 assistiti ultraottantenni: finora ne ha vaccinati 34 e la prossima settimana inizierà con i primi richiami visto che è stato tra i primi medici a partire, ormai tre settimana fa. Il lavoro da fare, a detta di Biancalani, è immane, tanto che la percentuale del 70% dei dottori di famiglia che ha accettato di vaccinare i propri assistiti anziani sembra destinata a diminuire con il passare dei giorni. Al termine della campagna di vaccinazione saranno 300 le dosi somministrate agli under 80 soltanto da lui, impegnato ogni mercoledì pomeriggio al centro Pegaso per le vaccinazioni dei propri assistiti. Il problema sta soprattutto nella difficoltà di fissare gli appuntamenti: trattandosi di persone anche molto avanti con l’età non è semplicissimo il meccanismo della prenotazione e in molti casi, come spiegano gli stessi medici, è necessaria una doppia telefonata, non solo al paziente ma anche ad un familiare per accertarsi che la procedura sia stata compresa. In altri casi è necessario contattare il servizio di trasporto effettuato dalle associazioni di volontariato e quindi un ulteriore impegno di tempo che inevitabilmente si riversa sui medici e sui tempi degli ambulatori. "La proceduta di prenotazione effettivamente è molta complicata", dice Biancalani. "Per vaccinare 18 persone impieghiamo poco più di un’ora, ma è tutta la parte burocratica ad ingolfare il sistema. Servono almeno due giorni per definire l’organizzazione di una seduta, tra le prenotazioni da effettuare sul portale della Regione e le varie telefonate agli anziani e ai loro familiari. Una volta effettuata l’iniezione dobbiamo poi registrare i dati sul sito della Regione e su quello dell’Asl. Praticamente servirebbero giornate infinite". Per ora le dosi di Pzifer destinate ai pazienti anziani stanno arrivando regolarmente: la Regione invia i quantitativi ai medici di famiglia che hanno aderito all’accordo senza ritardi né intoppi. Nessuno spreco perché proprio per evitare che dosi vengano gettate via, se qualche paziente non si presenta all’appuntamento (una volta scongelate le fiale vanno utilizzate nell’arco della giornata) ogni dottore ha una riserva di nove persone pronte a scendere in campo qualora si verifichino delle mancanze. "Ci siamo organizzati con delle riserve, non ci possiamo permettere di sprecare dosi, il 100% di quelle che ci sono state inviate sono state tutte somministrate. In caso contrario sarebbe uno scempio", aggiunge Biancalani. Anche l’adesione è pressoché totale: dei 150 assistiti ultraottantenni di Biancalani, soltanto due hanno preso tempo spiegando di non essere sicuri di voler fare il vaccino e chiedendo giorni per riflettere mentre una persona non è trasportabile quindi andrà organizzata – se possibile – una vaccinazione a domicilio.  

Nel caso in cui qualcuno non si presenti all’appuntamento, scatta comunque il piano B. All’attuale ritmo di 18 dosi di vaccino a settimana per ogni medico di famiglia, serviranno almeno quattro mesi per terminare le vaccinazioni degli over 80, compresi i richiami. Una campagna alla quale si affianca quella destinata ai superfragili, ossia le persone affette da patologie riteniute gravi, che ha preso il via da ieri. "Ci avevano chiesto anhce la disponibilità per vaccinare i pazienti fragilissimi, ma al momento è impensabile che siano i medici di famiglia a seguire anche questa campagna. Per adesso portiamo avanti gli anziani", conclude Biancalani.