Trasporto sociale, bufera sul bando. La Pubblica Assistenza si fa da parte

«Troppo basso il compenso per le missioni». Che però era stato alzato

La Pubblica Assistenza L’Avvenire non parteciperà al nuovo bando

La Pubblica Assistenza L’Avvenire non parteciperà al nuovo bando

Prato, 24 febbraio 2018 - Il nuovo bando della Società della salute per l’affidamento del trasporto sociale destinato alle persone disabili e agli anziani non autosufficienti non va giù alla Pubblica Assistenza. Che con una decisione clamorosa rinuncia al servizio. Un colpo di scena che dà inevitabilmente uno scossone al mondo del volontariato. D’altra parte la Pubblica Assistenza è una delle realtà storiche della città e si è sempre occupa di trasporto sociale. Dunque la decisione di non partecipare al bando del Comune già sta facendo rumore e nelle prossime settimane continuerà a far discutere. A spingere vero la decisione di rinunciare al bando sono stati diversi fattori. A cominciare dall’organizzazione del servizio, che secondo la Pubblica assistenza andrebbe profondamente rivista, così come sono troppi bassi i rimborsi previsti per ogni missione. Due aspetti che hanno giocato un ruolo fondamentale nella decisione della Pubblica Assistenza di non partecipare al bando. Scelta che non è passata inosservata e che sta generando diversi malumori, anche interni alla stessa associazione. «Abbiamo pubblicato il bando a novembre, lo abbiamo pure riaperto proprio per dare la possibilità a tutti di ripensare le proprie decisioni e quindi partecipare. Certo siamo rammaricati che la Pubblica Assistenza abbia preso questa decisione, ma più di così in questo momento non potevamo fare», si difende il direttore della Società della salute, Michele Mezzacappa, riferendosi agli appunti rivolti verso l’esiguità dei rimborsi corrisposti alle associazioni per il trasporto sociale.

«Da tredici anni i prezzi erano bloccati, li abbiamo alzati da sei a otto euro fino a otto chilometri di distanza e a nove euro per distanze più ampie. Di più non potevamo fare», aggiunge. Un ritocco che evidentemente non è bastato alla Pubblica Assistenza che chiedeva almeno 11 euro a missione per poter rientrare nei costi. «Nell’ultimo bilancio, alla voce trasporto sociale, abbiamo perso oltre 80mila euro. Non possiamo più sostenere un servizio a rimessa», ribattono dall’associazione. Da qui la scelta di non partecipare al bando. «L’associazione chiedeva una riorganizzazione del servizio, ma per noi è importante anche la fidelizzazione delle persone con le varie associazioni. È un servizio delicato che va gestito con la dovuta cautela, non solo sulla carta», aggiunge Mazzacappa. Che comunque si dice disponibile ad ascoltare eventuali proposte.

«La distribuzione geografica, l’accorpamento dei servizi, il coordinamento delle associazioni, la conduzione più razionale delle attività di trasporto creerebbero una razionalizzazione delle spese e un miglioramento del servizio, ma tutto questo non c’è stato», insiste la Pubblica Assistenza. E adesso c’è da giocare la grande partita delle redistribuzione del servizio. «Ci sono una cinquantina di persone che venivano seguite dall’associazione e che adesso saranno redistribuite sulle altre», chiude Mezzacappa. «I rimborsi erano fermi da anni, ma adesso che sono stati aumentati la Pubblica Assistenza ha deciso di non partecipare...», commenta laconico l’assessore ai servizi sociali Luigi Biancalani.