Telecamere distrutte, le indagini si complicano

Primi sopralluoghi nelle ditte bruciate, utilizzati anche i droni. Resiste l’ìipotesi dell’incendio doloso e della guerra fra pronto moda

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Nel tardo pomeriggio di ieri l’intervento dei vigili del fuoco in via Gora del Pero al Macrolotto Uno non era ancora concluso. A quasi 48 ore dal furioso incendio che ha devastato tre ditte e ne danneggiato seriamente altre due nel maxi capannone da 8.000 metri quadrati che ospita otto pronto moda a gestione cinese e la tessitura "Furpile" di Carlo Alberto Nistri, i pompieri erano ancora al lavoro per smassare il materiale, bonificare l’area, mettere in sicurezza e verificare che non vi fossero focolai accesi che covavano sotto l’enorme quantità di tessuti, abiti, macchinari e macerie accatastate nell’immobile. "L’intervento non si può definire chiuso, anzi andrà avanti almeno per un altro giorno", spiegano dal comando di via Paronese, i cui uomini sono stati impegnati non solo nelle prime ore in cui è scoppiato il rogo ma anche adesso per le attività di polizia giudiziaria. Mentre era in corso la fase di messa in sicurezza dell’area, gli investigatori – oltre ai vigili del fuoco partecipano alle indagini anche i carabinieri del Nucleo investigativo – sono entrati nelle aziende distrutte dal rogo per fare i primi sopralluoghi. Quello che è chiaro è che l’incendio è partito da un pronto moda a conduzione orientale, il "Vivi Style", per poi propagarsi velocemente alle ditte circostanti. I divisori fra una azienda e l’altra sono crollati a causa del fuoco, così come il tetto, tanto che non è facile stabilire neppure quante ditte veramente operassero all’interno del maxi capannone che, negli anni ’70, era interamente occupato della "Furpile", azienda che oggi si è ritagliata uno spazio più ridotto rispetto all’epoca per portare avanti l’attività mantenendo la proprietà delle mura. Durante il sopralluogo la polizia giudiziaria ha cercato di ricostruire che cosa sia successo nella notte fra lunedì e martedì quando, poco dopo le 3, è scoppiato l’incendio. Purtroppo le telecamere sono andate distrutte per colpa delle fiamme e non potranno essere utili alle indagini. Sono stati eseguiti i primi campionamenti del materiale residuo per capire se ci sia traccia di acceleranti. Un dato fondamentale che potrebbe dare la conferma definitiva sull’origine dolosa del rogo. Una ipotesi seguita già dalle prime ore e su cui gli investigatori sembrano avere pochissimi dubbi.

L’area bruciata sarà messa sotto sequestro questa mattina quando la Procura riceverà gli atti da parte dei vigili del fuoco. Sicuramente, sarà posta sotto sequestro l’area delle cinque ditte che hanno avuto i danni maggiori. Il resto del capannone non dovrebbe essere interessato dal provvedimento di sequestro. L’agibilità dovrebbe essere confermata in quanto le altre aziende hanno riportato danni solo alle pareti, annerite dal fumo. E’ stato inoltre richiesto l’intervento del nucleo Sapr (Sistemi aeromobili e pilotaggio da remoto) della direzione generale Toscana che con l’utilizzo dei droni ha realizzato immagini dall’alto per tentare di capire come si sono mosse le fiamme e quale sia stato l’innesco del rogo.

Laura Natoli