Stole "made in Prato" per visitare il duomo di Pisa

Ne sono state realizzate 40mila con tessuto riciclato proveniente dal distretto

Stole "made in Prato" per visitare il duomo di Pisa

Stole "made in Prato" per visitare il duomo di Pisa

Le circa 40mila mantelline per visitare il Duomo di Pisa durante le celebrazioni degli 850 anni della Torre Pendente a Pisa parlano anche pratese. Infatti alcune aziende del distretto hanno fornito il tessuto riciclato. Una scelta consapevole sulle orme della sostenibilità, come sottolinea il presidente dell’Opera Primaziale Pisana, Andrea Maestrelli. Si chiama "Ethical Choice" ed è il progetto di economia circolare realizzato in collaborazione con alcune cooperative del territorio ed enti del terzo settore per ridurre gli sprechi e garantire una filiera lavorativa inclusiva e sostenibile e che consiste nella produzione di circa 40 mila mantelline con tessuto riciclato da usare come coprispalle per visitare il Duomo.

"Invece di optare per stole usa e getta in materiale plastico o Tnt che aumenterebbero la quantità di rifiuti conferiti – spiega Maestrelli – abbiamo deciso di realizzare prodotti artigianali in tessuto, raccogliendo la materia prima tra la merce di magazzino non più utilizzabile di cinque aziende di Prato e Firenze, ma ancora idonea al suo uso, che viene poi confezionata dalle cooperative sociali Aforisma e Arnera e da Acli Service Pisa srl riunite nell’agenzia di lavoro Agal, che nel 2022 ha dato vita alla sartoria sociale Punto e a Capo, che dà lavoro a sei persone proveniente da situazioni di fragilità lavorativa: due donne ucraine, una signora russa inserita in percorsi di protezione umanitaria, una ragazza nigeriana disabile e alcune ragazze italiane che erano disoccupate". Le stole "Ethical Choice" sono in vendita nei bookshop di piazza dei Miracoli a 1,5 euro. Ogni stola prodotta dalla sartoria è un pezzo unico realizzato con stoffe di recupero dell’industria dell’abbigliamento. Un circuito virtuoso di trasformazione che riduce gli sprechi assicurando una filiera lavorativa inclusiva e sostenibile.

Nei laboratori della sartoria Punto e a Capo vengono impiegate persone fragili, con disabilità, migranti, profughi di guerra o disoccupati di lunga durata. Un modo concreto per offrire una seconda chance tenendo insieme il benessere della società e dell’ambiente. Per questo la scelta della Primaziale può fare da apripista per rendere questa idea strutturale su scala nazionale: "Io sono anche il presidente di Afi, l’associazione delle fabbricerie italiane – conclude Maestrelli – e il 5 ottobre all’assemblea nazionale proporrò questa nostra scelta come modello da seguire e replicabile ovunque: a Pisa, come a Firenze o a Venezia".

Gabriele Masiero