Stipendi docenti e bidelli. Partono i ricorsi dei beffati

La Uil sta raccogliendo le richieste dei lavoratori che si sono visti annullare l’anno 2013 ai fini degli scatti di carriera. Il sindacato: "Battaglia importante".

Stipendi docenti e bidelli. Partono i ricorsi dei beffati

Stipendi docenti e bidelli. Partono i ricorsi dei beffati

Torna di attualità l’annoso problema del blocco dell’anno 2013 per i docenti e di tutto il personale scolastico, che si sono visti annullare l’anno solare 2013 come anno valido ai fini degli scatti di stipendio e quindi di avanzamento di carriera. In buona sostanza tutti i docenti e tutto il personale scolastico, nel cedolino dello stipendio, trovano una scadenza per il passaggio di fascia, posticipata di un anno rispetto a quello che sarebbe potuto essere, se non fosse stato cancellato l’anno 2013 per la progressione di carriera.

Il provvedimento affonda le radici nel governo Berlusconi a causa della crisi economica dell’estate 2011 con lo spread oltre 500, a seguito della quale arrivò a Palazzo Chigi Mario Monti. La Corte Costituzionale ha riconosciuta l’illegittimità della disposizione di legge e così dopo le diffide dello scorso anno e i primi esiti positivi con le sentenze della Corte di Appello prosegue l’impegno della Uil scuola per il recupero dell’anno 2013.

Il sindacato è in campo per predisporre i primi ricorsi ai tribunali del lavoro e le altre iniziative di tutela dei dipendenti pubblici che si sono visti annullare l’anno 2013. Per farsi avanti è necessario essere in servizio prima del 2013, con contratto a tempo determinato o indeterminato e non deve aver già presentato ricorso in precedenza.

"Partono i ricorsi per il riconoscimento dell’anno 2013 - dice il segretario della Uil scuola Luigi Rocca -. Una battaglia importante che riguarda moltissimi lavoratori nella quale come Uil abbiamo fortemente ed ostinatamente creduto. Un impegno a tutela dei lavoratori ancora più incisivo dopo la sentenza della corte d’Appello di Firenze".

Per informazioni è necessario contattare la Uil.

Silvia Bini