Sparo contro la vicina "Voleva ucciderci, siamo vivi per miracolo Non deve tornare qui"

La rabbia di Vito Cercone che ha provato a immobilizzare Pasquale Gilio "Voleva ferire mia moglie, poi avrebbe rivolto l’arma contro di me". Le discussioni fra la coppia e il pensionato vanno avanti da un anno.

Sparo contro la vicina  "Voleva ucciderci,  siamo vivi per miracolo  Non deve tornare qui"

Sparo contro la vicina "Voleva ucciderci, siamo vivi per miracolo Non deve tornare qui"

"Voleva ucciderci. Aveva la pistola in tasca, l’ha tirata fuori quando ha visto mia moglie. Dopo aver mirato contro di lei, avrebbe rivolto l’arma contro di me". Vito Cercone, 53 anni, non riesce ancora a rendersi conto di quello che è successo. L’adrenalina supera la rabbia. E’ stato lui a bloccare Pasquale Gilio, 71 anni, muratore in pensione, che venerdì all’ora di pranzo ha premuto il grilletto del suo revolver (illegalmente detenuto) contro Loredana Caccavella, 51 anni, dopo l’ennesima lite per questioni di vicinato. Nessuno si sarebbe mai immaginato che Gilio nascondesse in casa una pistola caricata con cinque proiettili pronti a sparare nonostante i rapporti fossero difficili da un anno, da quando la coppia si è trasferita al piano terra della palazzina rosa in via del Sabotino a Narnali. Gilio vive al piano superiore da 30 anni e ha un piccolo giardino che confina con la proprietà di Vito Cercone e della moglie.

"Venerdì è tornato in bicicletta, mi ha visto che stavo sistemando l’ingresso del nostro cancellino sul retro e mi ha aggredito verbalmente per l’ennesima volta – racconta Vito – L’ho mandato a quel paese perché sono stufo delle sue inottemperanze. Lui è salito in casa ed è sceso di nuovo continuando a sbraitare. Quando mia moglie si è affacciata fuori per capire cosa stesse accadendo, ha estratto dalla tasca dei pantaloni la pistola, si è avvicinato a lei e ha premuto il grilletto a una distanza di 15 centimetri dal suo addome. Se la pistola non si fosse inceppata mia moglie sarebbe morta. E dopo sarebbe toccato a me". Vito non ha perso tempo e quando ha capito la gravità della situazione è saltato addosso al pensionato. I due hanno lottato fino al vialetto comune che porta al retro dello stabile.

"L’ho immobilizzato – spiega ancora l’uomo – e gli ho tenuto ferma la mano nella quale stringeva la pistola. E’ stata questione di attimi: lui provava a girare la mano per rivolgere l’arma contro di me, mi ha anche morso sull’avambraccio. Il sangue in terra è mio e ho ancora le ferite". Nel frattempo la moglie ha chiamato i carabinieri che sono arrivati in poco tempo. Hanno trovato Gilio a terra: Cercone gli impediva di alzarsi. "Sono stati i carabinieri a prendere la pistola. Se l’avessi toccata avrebbe detto che era mia. E’ un bugiardo", aggiunge Cercone che è sicuro di aver sentito il rumore del grilletto premuto contro la pallottola che, però, non esplosa.

Il risentimento di Gilio contro i vicini del piano terra nascerebbe per un diritto di passo sul vialetto laterale della palazzina. Gilio sostiene che i coniugi non abbiano il diritto di passare da lì in quanto l’ingresso principale della loro casa è sulla strada. Tempo fa aveva anche messo una catena con un lucchetto per non farli passare. La coppia, però, ha un secondo ingresso sul retro dove c’è un piccolo giardino su cui affaccia il cancellino della corte di Cercone e della moglie. Insomma una questione civilistica su cui le due parti stanno discutendo da un anno.

"Da qui devo far passare la carrozzina di mia suocera che è disabile – spiega ancora l’uomo – Stavo semplicemente sistemando la rampa che già esisteva. E’ un mio diritto. Abbiamo chiamato l’agenzia che ha venduto la casa e un geometra. Gli hanno spiegato che abbiamo il diritto di passo sul retro ma lui non ascolta nessuno. Alla inquilina precedente aveva tagliato i fili della corrente e aveva rotto le tubature dell’acqua. Crede di poter fare come vuole, che qui sia tutto suo. Non so se tornerà, mi auguro di no ma se dovesse rimettere piede da queste parti lo aspetto al varco. Non ho paura".

Laura Natoli