Prato, lo Stato vende all'asta tessuto sequestrato, proteste di Confindustria

Gli industriali: "Il mercato è stato alterato"

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Prato, 27 settembre 2018 - Lo Stato ha ricavato circa tre milioni di euro dalla vendita on line, all'asta, di 4.500 chilometri di tessuti sequestrati l'anno scorso a un'azienda cinese di Prato, ma l'operazione è stata contestata da Confindustria Toscana Nord, per gli effetti negativi sulle imprese tessili del territorio.

"L'effetto finale è che una quantità molto consistente di tessuti ignoti quanto a provenienza e caratteristiche chimiche e merceologiche", spiega l'associazione degli industriali, "viene commercializzata a un prezzo inferiore a quello di mercato, sostituendosi di fatto a una uguale quantità di tessuti legali che non verranno venduti.

Delle stoffe vendute all'asta - osserva Confindustria Toscana Nord - "non si sa niente, ne' da dove vengano ne' come sono stati realizzati e con quali garanzie di salubrità delle sostanze impiegate per produrli (fatta salva l'eventualità di controlli di laboratorio puntuali su tutta la merce: se sono stati fatti, sarebbe interessante sapere con quali esiti)".

Confindustria contesta anche i prezzi della vendita a peso, "nettamente inferiori a quelli di mercato: moltiplicando questo valore almeno per 5 se non di più, come potrebbe essere verosimile, l'importo è l'equivalente del fatturato annuo complessivo di un'impresa tessile pratese di ottimo livello".

"Una riflessione sulle regole che governano aste giudiziarie di questo tipo andrebbe fatta", commenta il presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi, "ma in realta' una terza via c'è: combattere a monte con maggior energia ed efficacia l'illegalità nel settore tessile, il contrabbando e la commercializzazione di prodotti non in regola, intervenendo quindi per prevenire questi fenomeni e non solo per reprimerli. Quando queste merci sono entrate in Europa e in Italia, il danno è gia' fatto e rimane forte, come dimostra questa vicenda, perfino quando vengono individuate e sequestrate".