
L'argento olimpico della pallanuoto Chiara Tabani alle scuole Meucci
Prato, 16 settembre 2016 - Mohamed, Joel e Alex sono seduti in palestra. Sulle loro facce passano emozioni diverse: timore, curiosità, stupore. Iniziano oggi la prima media. Non sanno ancora se saranno compagni di classe, ma già si scambiano sguardi d’intesa. All’istituto comprensivo Marco Polo studiano circa 900 alunni, distribuiti tra tre plessi scolastici in centro storico. «Dei nostri ragazzi, il 56% è di cittadinanza non italiana. Potremmo chiamarli comunemente ‘stranieri’ - spiega la dirigente scolastica, Angelina Di Buono - ma non è una parola che ci piace, perché richiama all’estraneità». Nella scuola secondaria di primo grado Ser Lapo Mazzei - parte dell’istituto Marco Polo - ieri mattina è suonata la prima campanella dell’anno. Alle 8,30 le «nuove» prime medie si sono accomodate in palestra, accompagnate dei genitori. Ad accoglierle un grande striscione con la scritta «Benvenuti!«.
I bambini - Grembiule blu, zaini colorati semivuoti - sono visibilmente emozionati. Alcuni si ritrovano dopo l’estate, come Sofia, Matilde e Angelica: «Siamo un po’ agitate, ma felici. Oggi rivediamo gli amici, inizia una nuova avventura». Parlano tra loro, si abbracciano, commentano l’abbronzatura e i capelli diventati più chiari sotto il sole di agosto. Non distanti, le loro mamme fermano il momento, scattando foto con i telefonini. Per scaricare la tensione, l’insegnante di tromba (la scuola Ser Lapo Mazzei ha anche l’indirizzo musicale, ndr) propone un gioco: «Fate dei respiri profondi, vediamo se così riusciamo a tranquillizzarci». In palestra cala il silenzio; in sottofondo, il respiro all’unisono di cento bambini un po’ agitati. Una volta terminato il gioco, si passa alla musica. I quattro insegnanti di strumento musicale hanno scelto la colonna sonora di Harry Potter e per dieci minuti la eseguono dal vivo. Non sembra più di essere in via del Seminario, bensì a Hogwarts, nella scuola di magia più famosa al mondo. Alle 9 arriva il momento di salire in classe e tra gli applausi dei più grandi, le «matricole« salutano i genitori e si spostano al primo piano. In IB ci sarebbe lezione di matematica, ma serve prima un po’ di tempo per conoscere la nuova professoressa e i compagni. Gli alunni sono 20: tra di loro ci sono italiani, cinesi e indiani. Vicino alla lavagna, su una sedia, un dizionario di italiano-cinese lì aiuterà a fare amicizia. I più giovani della scuola hanno già le idee chiare: una di loro vorrebbe diventare stilista, un altrosogna di essere un giorno professore di letteratura all’università.
«Gran parte dei nostri studenti - spiega la dirigente - sono nati a Prato da genitori stranieri. Questo significa che conoscono già bene la nostra lingua. Abbiamo anche casi, più rari, di ragazzini arrivati da poco in Italia. Per loro la scuola è stata aperta il 1° settembre,con dei corsi di facilitazione linguistica». Angelina Di Buono si definisce «una preside felice». «Negli ultimi anni la scuola è cambiata molto, ma non è mai cambiata l’ispirazione di fondo. Sono i tempi che cambiano, anche i bambini. Ma l’integrazione passa sempre attraverso l’accoglienza, tra i desideri, i problemi e le culture di ogni studente. La scuola è oggi una palestra, un allenamento a sapere stare bene insieme». Alle 9,30 si chiude la porta della IB: è ora di fare lezione davvero.