Sant’Orsola, ai giardini serve l’uscita. Porta nel muro antico: residenti furiosi

Senza passaggio sono a rischio le iniziative estive. Ma i cittadini non ci stanno

Rita Piccioli, residente di via Sant’Orsola contraria alla possibilità  di aprire un varco nel muro antico

Rita Piccioli, residente di via Sant’Orsola contraria alla possibilità di aprire un varco nel muro antico

Prato, 22 marzo 2018 - La porta della discordia. Un’apertura lungo il muro di via Sant’Orsola che sta creando non pochi mal di pancia ai residenti della zona intenzionati ad avviare una raccolta firme e arrivare davanti al sindaco per chiedere di fermare i lavori. I motivi sono svariati: il muro è antico, è un tratto caratteristico della zona e serva da scudo tra le abitazioni e il chiasso dei giardini.

L’idea è partita dal Comune che in accordo con il Consorzio Santa Trinita sta cercando una soluzione al problema dell’uscita di sicurezza dei giardini di Sant’Orsola durante le varie iniziative che nel periodo estivo vengono realizzate a comunicare dai campi estivi per i bambini per arrivare alle serate di musica e dibattiti. Tutte iniziative che hanno bisogno di un’uscita di emergenza per essere organizzate. Il problema è legato alla partenza dei lavori per la demolizione del vecchio ospedale: con l’apertura del cantiere prevista ad inizio estate l’uscita secondaria che adesso sbuca in piazza Cicognini verrebbe chiusa. Da qui l’idea dell’amministrazione di creare un’apertura nel muro che costeggia i giardini e via Sant’Orsola. Anche perché se non sarà trovata una soluzione le iniziative estive che dal 2015 ravvivano la zona sono a rischio. «Siamo stati tolleranti con tutte le manifestazioni estive proprio perché si inseriscono nell’ottica di una riqualificazione della zona, ma in estate non riusciamo a dormire né a mangiare in terrazza tanto è il rumore. Lo abbiamo accettato per il bene della città, ma l’idea di aprire una porta nel muro non possiamo sopportarla», dicono Rita Piccioli e Francesca Grassi.

«Aprire una porta nel muro che separa le nostre abitazioni dai giardini significherebbe avere le persone praticamente in casa, un continuo viavai. Per non parlare dell’’inadeguatezza di un’uscita di emergenza che dà su una strada stretta come via Sant’Orsola da dove oltretutto passano le macchine», si difendono i residenti.

La porta è una delle soluzione prospettate: la prima è chiedere alla dita che vincerà l’appalto per la demolizione del Misericordia e Dolce, di lasciare utilizzabile l’uscita d’emergenza attuale, magari recintando la zona circostante (ma è un’ipotesi complicata). La seconda invece prevede appunto la realizzazione di una porta di poco più di un metro nel muro che divide i giardini da via Sant’Orsola. Che al termine dei lavori verrebbe richiusa. Le rassicurazioni arrivano dall’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis: «Se mai sarà fatta, si tratta di una porta di appena un metro che servirà come uscita di emergenza. Abbiamo chiesto un parere alla Sovrintendenza e comunque si tratta di una delle ipotesi che sono in campo. Vorrei rassicurare che non è prevista nessuna demolizione del muro, anzi è uno dei punti fermi previsti dal progetto di Desvigne».