E’ forse il momento più delicato da quando è alla guida del Prato quello che sta vivendo Stefano Commini. Da un lato ci sono i risultati della squadra in serie D, risucchiata nella parte destra della classifica e reduce dalla batosta per 4-0 in ‘casa’ contro la Correggese, dall’altro gli strascichi legali derivanti dalla fine del rapporto con l’ex direttore generale biancazzurro Ivano Reggiani. Un legame che andava oltre la parte sportiva e che riguardava anche interessi lavorativi. Così emerge un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo del tribunale di Firenze, firmato dal giudice Patrizia Pompei, nel quale si impone alla Commini Group Spa (che detiene anche le quote dell’Ac Prato) di pagare la somma di 250.100 euro alla Scent of Work, società il cui legale rappresentante pro tempore è Ivano Reggiani. La vicenda, almeno a leggere il ricorso per decreto ingiuntivo della Scent of Work e il pronunciamento del tribunale ordinario di Firenze, non tocca in alcun modo il Prato Calcio (al quale negli atti non viene mai fatto riferimento), bensì va a dirimere i rapporti lavorativi fra il presidente biancazzurro e l’ex dg. Il nodo del contendere è il pagamento di due fatture da parte di Scent of Work alla Commini Group: una dello scorso 15 aprile di importo di 122.000 euro (pagata il 22 aprile) e l’altra di una settimana più tardi di 128.100 euro (pagata il 26 aprile). In totale 250.100 euro che il mese successivo le parti stabiliscono che Scent of Work non avrebbe dovuto pagare perché "Commini Group non doveva fornire alcuna prestazione". Alla luce di tutto questo, la Commini Group emette due note di credito per l’importo fatturato, entrambe datate 19 maggio. La richiesta di restituzione della somma però viene avanzata dalla Scent of Work solo informalmente e la Commini Group non procede al saldo. Si arriva così al 21 novembre, dopo la separazione sportiva fra le parti, giorno in cui Reggiani mette in mora la Commini Group, e il giudice sulla base del ricorso emette il decreto, imponendo alla società del patron del Prato di pagare anche i relativi interessi. Cosa succede adesso? I legali di Commini hanno 40 giorni di tempo per presentare opposizione all’ingiunzione, oppure richiesta di sospensiva del provvedimento. "Queste somme non hanno niente a che fare con le quote del Prato, bensì si riferiscono a prestazioni di consulenza, marketing r relazioni istituzionali con contratti risalenti al gennaio 2021, quindi in data antecedente all’acquisto della società biancazzurra", dice Commini.
"Per ora mi limito a dire che il Prato non ha niente a che fare con questa storia e che si vuole solo creare paura sul futuro della società". Commini va pure oltre. "Questa situazione sembra creata ad arte per provocare caos nell’ambiente. Scoppia un polverone proprio il giorno prima del derby contro l’Aglianese, nel momento in cui stiamo andando dagli sponsor a presentare il nostro progetto. Sia chiaro che io non mollo: anzi vado avanti più convinto che mai".