Ricoveri impossibili al S. Stefano L’attesa di un malato oncologico

Ancora il caso di un paziente inviato al pronto soccorso perché non c’era posto in reparto dopo una Tac. E dopo il sopralluogo nell’ospedale pratese, i consiglieri regionali di FdI presentano un’interrogazione

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I problemi di attesa per un posto letto al Santo Stefano non sembrano diminuire, nonostante l’ondata di influenza sia in fase calante mentre si fanno strada forme di sindromi da raffreddamento con tosse persistente. Il potenziamento dei posti a disposizione dei pazienti già in destino (quelli col referto del pronto soccorso e pronti per essere ricoverati) è allo studio della direzione ospedaliera insieme a Villa Fiorita, che ha dato la disponibilità per 7 letti da aggiungersi ai 19 già attivi come estensione del Santo Stefano. C’è da capire se quei 7 posti, che dovranno essere gestiti con personale della casa di cura, saranno letti cuscinetto per un periodo limitato o se diventeranno strutturali. Intanto ieri, come segnalato da un lettore a Notizie di Prato, un malato oncologico è rimasto oltre 24 ore in barella al pronto soccorso. La segnalazione è giunta dal figlio del paziente, arrivato in ospedale per una Tac di controllo post chemioterapia che ha evidenziato la presenza di due emboli: non essendoci posti disponibili in reparto, l’uomo è stato mandato in pronto soccorso.

Intanto il sopralluogo al pronto soccorso, fatto dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Francesco Torselli, ha prodotto una interrogazione al presidente Eugenio Giani. Insieme a Torselli c’erano il consigliere comunale Claudio Belgiorno, capogruppo di FdI e il vicecoordinatore provinciale Gianni Cenni. "Vogliamo conoscere i motivi per cui - è la prima domanda sottoscritta da Torselli e dal consigliere Vittorio Fantozzi - nonostante la carenza di spazi, l’ala Nord del presidio sia inutilizzata". I due esponenti politici vogliono sapere da Giani "se intenda adibire l’ala Nord a spazio per l’emergenza urgenza e con quali tempi". Fratelli d’Italia marca stretto sullo stato di salute del pronto soccorso, dove, come in altri in Toscana, la permanenza dei pazienti in barella supera, in alcuni casi, anche le 48 ore prima di un ricovero in un reparto.

Ciò che gli esponenti di FdI hanno evidenziato è che "una zona importante del pronto soccorso, le cui dimensioni non sono commisurate al numero di accessi, è occupata da pazienti in attesa di essere ricoverati". Un "tappo" dovuto al fatto che l’Area medica di accettazione (Ama) al primo piano del Santo Stefano conta 36 letti, sempre occupati. E’ per questo motivo che i consiglieri regionali di FdI pongono come possibile soluzione alla carenza di spazi l’uso dell’ala Nord, accessibile dall’esterno e non collegata al corpo principale dell’ospedale. Un limite facilmente superabile, quest’ultimo: il problema resta ancora, oltre alla mancanza di spazi adeguati, la carenza di personale e la fuga dei medici della medicina d’urgenza.

Sara Bessi