
Sabino Farese
Ci sono personaggi nel calcio che non pretendono mai il proscenio e hanno un’importanza fondamentale nella conduzione d’insieme: sono i massofisioterapisti che lavorano nel "cantiere sanitario" di ogni società. Fra queste indispensabili figure del bene ha occupato un posto tutto particolare Sabino Farese, massofisioterapista dell’era Toccafondi che, insieme agli ottimi Filippo Bettazzi e Lorenzo Sarti dello studio fisioterapico "Il castello", hanno conferito al Prato un connotato comune di piena affidabilità.
"Il nostro lavoro – spiega Sabino – non è fatto solo di manualità rivolta ad alleviare il dolore e decontrarre la muscolatura, ma di interazione con l’atleta di cui siamo confidenti, precettori e amici, soprattutto quando ci vengono affidati ragazzi giovani, momentaneamente sradicati dalle famiglie, bisognosi di un supporto psicologico oltre che atletico".
Quali suggerimenti darebbe a un calciatore?
"Occorre anzitutto non avere timori, perché il peggior errore è quello di soggiacere alla paura di commetterne, anche se il calcio non ama gli eroi: non si deve superare la soglia del dolore, mai ‘correre sul dolore’ per svolgere attività negate dal momentaneo contrattempo. Il secondo suggerimento: coltivare i rapporti personali, fermo restando che fondamentali sono i requisiti tecnico-atletici, perché nessuno potrà mai insegnare al granchio a camminar dritto. Il terzo suggerimento: mai esaltarsi nel successo né deprimersi nella sconfitta".
Come ricorda il Prato dei suoi tempi?
"Siamo sempre stati una famiglia in cui condividemmo gioie e dolori".
Un suggerimento per il calcio dei nostri giorni.
"Lo demando volentieri a giovani preparatissimi e collaudati come i massofisioterapisti Filippo e Lorenzo, che hanno il polso della situazione più di me, impegnato altrove. Inoltre, oltre agli acquisti serve l’amalgama".
Massimino del Catania, presidente di un calcio che non c’è più, suggerì di comprare l’amalgama, non conoscendone il significato.
"Non sono più i tempi di ‘clamoroso al Cibali’ del radiocronista Sandro Ciotti. Occorre un clima famiglia, dove vale l’uno per tutti e tutti per uno. I presidenti di casa nostra, a cominciare da Valentini, Zenith, e Commini, A.C. Prato, sanno già come portare il cappello, dopo qualche contorsionismo dei biancazzurri in questi tre anni".
Porto promozione?
"Spero che almeno una delle due squadre in serie D possa farci sognare".
Roberto Baldi