REDAZIONE PRATO

Querele incrociate sul bando dell’Epp Architetto a processo

Il tecnico Giulia Bordina è stata prosciolta dalle accuse di presunte irregolarità. Carazzato alla sbarra per diffamazione

Non ci fu nessuna irregolarità nella nomina del coordinatore della sicurezza per la realizzazione delle case di edilizia popolare pratese ma il comportamento del professionista che denunuciò i presunti errori deve essere giudicato con un processo.

Lo ha deciso il gup di Prato che ha rigettato la richiesta di archiviazione nei confronti dell’architetto Flavio Carazzato. Il professionista dovrà rispondere di diffamazione aggravata nei confronti dell’ingegnere Giulia Bordina, tecnico dell’Edilizia Pubblica Pratese. La vicenda risale al settembre 2020 e prende le mosse da denunce e querele incrociate sporte da Carazzato nei confronti di Epp e dell’ingegnere Bordina, e dall’azienda di via Giotto e dal suo tecnico verso l’architetto veneto.

Il nodo del contendere riguardava la correttezza della procedura di incarico di natura tecnica nell’ambito del cantiere per la nuova costruzione di una palazzina con 32 alloggi popolari in via Ferraris.

Il pm aveva ritenuto di chiedere l’archiviazione di tutte le querele, ma Bordina, assistita dall’avvocato Olivia Nati del foro di Prato, ha ritenuto di fare opposizione alla richiesta di archiviazione. Bordina ha sempre sostenuto la correttezza del proprio operato come rup (responsabile unico del procedimento), la correttezza dell’operato della stazione appaltante Epp sollevando dubbi sulla condotta tenuta dall’architetto.

Carazzato, infatti, oltre a chiedere l’intervento della Procura, aveva inviato decine e decine di mail alla stampa locale, regionale, ai sindaci del territorio, ai consiglieri regionali e agli assessori di riferimento della provincia pratese accusando Bordina ed Epp di "gravi difformità nelle procedure di gara in violazione delle norme inerenti il Codice degli appalti pubblici tali da compromettere il corretto esito della gara stessa".

Alla luce degli atti, il gup ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Olivia Nati che ha discusso l’opposizione all’archiviazione. Il giudice ha quindi respinto la richiesta di archiviazione nei confronti di Carazzato, ordinando che il pm mandi a processo l’architetto veneto per diffamazione aggravata nei confronti di Bordina.