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Parcheggio sotto il parco centrale Mazzoni: "È un’ottima proposta"

Il presidente Aci: "Tecnicamente è fattibile, se ne discuta sul serio. Per Prato sarebbe una svolta. Sistema di mobilità e sosta del tutto inadeguato. Serve un cambio di rotta anche per avere finanziamenti"

"Un parcheggio sotto il parco centrale? L’idea è molto interessante e sicuramente realizzabile". La proposta di Jonathan Targetti di Prato Riparte rilanciata dalla Nazione domenica scorsa trova subito un sostenitore di peso: Federico Mazzoni, ingegnere, presidente dell’Aci. Ecco le sue riflessioni sull’area dell’ex Misericordia e Dolce, e più in generale sui progetti infrastrutturali da immaginare per il futuro della città.

Da tecnico e conoscitore di quel cantiere, il parcheggio è fattibile?

"Assolutamente. Credo sia giusto parlarne, aprire una seria riflessione. Il parcheggio sarebbe molto utile per diversi motivi".

Quali?

"Servono parcheggi al servizio del centro, di chi ci abita e di chi lo frequenta. Soprattutto, sarebbe davvero una grande occasione per ripensare alle piazze e valorizzarle. San Francesco finalmente senza macchine, come piazza delle Carceri. Anche piazza Mercatale potrebbe essere rivista. Il progetto andrebbe naturalmente inserito in una riflessione più ampia sul sistema della sosta e della mobilità, che oggi a Prato è purtroppo quanto mai necessaria".

Perché?

"Perché non si può pensare di risolvere i problemi dicendo non usate la macchina, come abbiamo sentito affermare: non tutti possono andare in bicicletta e il servizio di trasporto pubblico è palesemente inadeguato. Perché gli interventi sulla viabilità di questi ultimi anni, marciapiedoni in primis, sono stati fatti senza un disegno complessivo e sono sbagliati anche da un punto di vista della sicurezza. Un esempio, viale della Repubblica. Come presidente dell’Aci ho inviato al Comune un pro memoria citando 41 punti pericolosi. Mi hanno risposto in sostanza: bisogna usare meno le auto e stare più attenti. Insomma, non ci siamo".

Una bocciatura senza appello la sua.

"Cristoforo Colombo partì da Palos il 3 agosto 1492: non sapeva dove andava. Il 12 ottobre approdò a GuanahaniSan Salvador: non sapeva dov’era. Questo mi sembra stia accadendo a Prato nelle infrastrutture e nella mobilità. L’ho anche scritto al Comune".

Quindi cosa si dovrebbe fare?

"Riprendere in mano le redini, uscire dai luoghi comuni del politicamente corretto, investire in competenze, studi ed azioni strutturali che ci permettano di tracciare una rotta concreta verso la città del futuro, con coraggio e mente aperta, senza preconcetti e velocemente. Abbiamo tempi ristrettissimi per tentare di introdurre i progetti di futuro nei circuiti di finanziamento, primo fra tutti quello dei fondi strutturali europei 2021 - 2027. Nessun soggetto finanzierà più singole azioni od infrastrutture, i soldi arriveranno soltanto per chi presenta progetti di largo respiro, lungimiranti e che generino valore sul territorio".

Com’era previsto per i famosi fondi Pinqua, dai quali il Comune di Prato è al momento rimasto fuori?

"La ratio sarà proprio quella. E allora facciamo un esempio del tutto teorico, il parco centrale. Bella l’idea, ma con il parcheggio sotterraneo e un progetto più ampio di recupero dei bastioni e valorizzazione delle mura, sarebbe davvero una svolta per la città. Questo è il tipo di visione che serve, anche per avere finanziamenti".

Che previsioni fa?

"Immaginare il futuro significa anche essere in grado di cambiare bruscamente rotta, leggere in modo innovativo i segnali che arrivano dall’intorno. Mettersi in discussione. Speriamo che sull’area del parco centrale, parcheggio sotterraneo compreso, si apra una riflessione seria. E non ci si limiti magari a pensare che tanto abbiamo già il parcheggio di piazzale Ebensee. Ecco, è ancora più inguardabile di piazza San Francesco con le macchine. Non a caso da quando non c’è l’ospedale, chi lo usa più...".

Anna Beltrame