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"Oncologia geriatrica, terapie personalizzate"

Biganzoli ha attivato un ambulatorio ad hoc in collaborazione con gli specialisti .

Oncologia geriatrica: è questo uno dei campi di cura sul quale l’ospedale Santo Stefano fa da apripista. A promuovere la necessità di un’oncologia dedicata alla persona anziana è la dottoressa Laura Biganzoli, direttore di oncologia medica pratese.

"Me ne occupo da tanti anni in stretta collaborazione con la geriatria dell’ospedale per un approccio personalizzato al paziente anziano con tumore - spiega - L’età è uno dei fattori più importanti di rischio nello sviluppare un tumore, in quanto si allungano i tempi di esposizione ai cancerogeni. Invecchiando si riducono i meccanismi predisposti nel riparare le cellule che mutano". Un’attività di ricerca e clinica che è nota a livello nazionale e internazionale, tanto che in quest’anno Biganzoli è stata nominata chair dell’Esmo (European Society of Medical Oncology) del gruppo di lavoro Esmo-Siog (Società Internazionale di oncologia geriatrica) sul tumore nel paziente anziano.

"Secondo i dati dell’Uicc (Union for International Cancer Control) l’anziano rischia di ammalarsi di tumore 11 volte in più della persona più giovane. Altri dati Ispro mostrano come oltre la metà di tutte le nuove diagnosi di tumore sono su pazienti di 70 o più", specifica Biganzoli.

"Il tumore nel paziente anziano ha maggiore complessità di approccio - prosegue - perché la popolazione anziana è più eterogenea rispetto alla più giovane. Si possono trovare pazienti in ottime condizioni generali ed altre invece che hanno altri tipi di patologie per le quali debbono curarsi con farmaci - aggiunge .- Le malattie croniche da un lato possono peggiorare con i nostri trattamenti e dall’altro possono rappresentare un ostacolo ai nostri trattamenti. E’ per gestire al meglio questo aspetto che è importante il concetto di personalizzazione della terapia nella persona anziana". Biganzoli racconta della collaborazione avviata con geriatria "con l’attivazione di un ambulatorio di oncologia geriatrica dove inviamo i pazienti con tumore solido, candidati ad un trattamento attivo. Qui viene eseguita una valutazione comprensiva dell’assistito dalle comorbilità all’umore. Un aspetto significativo, anche quest’ultimo, perché un paziente depresso è meno coinvolto nell’intervento terapeutico.

Un’analisi globale che consente di capire meglio il livello di stato di salute generale del paziente e come meglio trattarlo". L’ambulatorio è attivo per tre mattine alla settimana: vengono visitati fino a 5 pazienti per giorno. "Avere dei geriatri con cui collaborare, fra cui il dottor Giuseppe Mottino, ha permesso di sviluppare anche temi di ricerca e per cui siamo stati promotori di studi clinici, con i quali valutare nuovi farmaci da impiegare nel paziente anziano", aggiunge Biganzoli. "Una realtà unica perché un ambulatorio così non si trova facilmente in altre strutture, come centri tumori o istituti di ricerca, perché manca la figura del geriatra", chiosa Biganzoli. Grazie ai consulti medici, è possibile capire se "quel paziente possa trarre beneficio dal trattamento oncologico senza mandarlo in difficoltà. Ci sono casi in cui l’evidenza di una fragilità fa cambiare la strategia dell’intervento: il geriatra può fornire informazioni utili all’oncologo grazie alle quali attuare una personalizzazione dell’intervento terapeutico".

Sara Bessi