Tanta gente al corteggio storico. La prima ostensione del nuovo vescovo Nerbini

L'ostensione e l'offerta dei ceri da parte del Comune in mattinata, poi la sfilata la sera e l'ostensione della Sacra cintola davanti alla gente radunata in piazza Duomo. Qualche protesta per le limitazioni all'accesso nella stessa piazza

La benedizione dei ceri (foto Gianni Attalmi)

La benedizione dei ceri (foto Gianni Attalmi)

Prato, 8 settembre 2019 - Una festa vera, una giornata che nemmeno il maltempo della mattina è riuscito ad intaccare, un 8 settembre pieno di emozioni e buoni sentimenti come da tradizione. 

La festa della città è cominciata in Duomo, quando monsignor Giovanni Nerbini ha presieduto il suo primo pontificale in cattedrale da vescovo di Prato nel giorno della Natività di Maria, appunto, ricorrenza conosciuta dai pratesi con il nome di "Madonna della Fiera".

Pontificale e benedizione dei ceri
Pontificale e benedizione dei ceri

Nonostante il maltempo, con la pioggia caduta per tutta la mattina, sono stati numerosi i fedeli che hanno partecipato alla messa solenne dell’8 settembre. Nelle prime file erano seduti il sindaco Matteo Biffoni, il prefetto Rosalba Scialla, i rappresentanti dei Comuni della provincia e le autorità civili e militari della città.

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Nella omelia monsignor Nerbini ha invitato i fedeli a «alzare lo sguardo», perché «la dimensione verticale è importante». «Un giorno mi trovavo in duomo a Firenze – ha raccontato il Vescovo – e mi capitò di incontrare una scolaresca, tutti i ragazzi erano a testa bassa, continuavano le loro conversazioni. È una malattia che tocca tutti».

Poi il nuovo Pastore della diocesi di Prato ha citato Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli, «in uno dei suoi romanzi – ha detto mons. Nerbini – scrive che Dio crea il mondo come se fosse una bellissima melodia, meravigliosa. E il demonio cosa fa? Vi inserisce delle note stonate. Ma Dio non le cancella, intorno a quelle note stonate vi costruisce una armonia insuperabile. Così agisce Dio e lo ha fatto anche con Maria, che ha ascoltato la voce del Signore e ha portato la vita nella storia. Se perdiamo questa prospettiva rischiamo di perderci e di avere una visione molto limitata».

Pontificale e benedizione dei ceri
Pontificale e benedizione dei ceri

Nel giorno in cui le scritture ricordano l’affidamento di Maria e Giuseppe alla volontà di Dio, il Vescovo ha parlato del cammino vocazionale dell’uomo: «andiamo oltre il nostro orizzonte terreno, nel progettarci dobbiamo avere chiaro cosa Dio ci chiede. In certi momenti Dio ti prende e ti proietta in un futuro che non avevi pensato e tu vorresti scappare. Ma nel suo progetto tutti siamo salvi. E Maria ci aiuta in questo, contempla le grandi cose che Dio ha fatto con lei e passo dopo passo vive questa novità e la sua vita è il dispiegarsi della potenza di Dio nella storia».

Infine un invito agli educatori: «Che il Signore ci aiuti a infondere il suo fiducioso sguardo nei ragazzi. Quali sono i doni che hai messo nella mia vita? Per chi sono? A chi posso donarli? Affinché tutto avanzi per il bene di tutti».

Al termine della celebrazione, animata dalla Cappella musicale della cattedrale e dalla Corale San Francesco, il vescovo Giovanni ha officiato una speciale ostensione del Sacro Cingolo. La reliquia mariana simbolo della città è stata mostrata alle persone presenti in chiesa, in particolare agli anziani e ai disabili. 

Dopo la benedizione monsignor Nerbini e il capitolo dei canonici si sono recati nella Cappella del Sacro Cingolo. Come da tradizione l’Amministrazione comunale, comproprietaria con la diocesi della Cintola mariana, ha offerto i ceri per l’altare dove è custodita la reliquia. «Questa offerta è un modo per rinnovare una vicinanza a quella Cintola che lei ha appena mostrato al popolo», ha detto il sindaco Biffoni, che poi ha aggiunto: «si tratta di un riferimento per chi crede e per chi non crede, per chi è nato qui e per chi è arrivato da altre strade. È un invito alle istituzioni, civili e religiose, nel rispetto delle reciproche competenze, a camminare a fianco. L’offerta dei ceri vuole certificare questo percorso». Nerbini ha risposto dicendo: «Ieri sera e questa mattina presto, quando ho visto arrivare in cattedrale i pellegrini giunti a piedi, ho capito davvero il legame tra Prato e la Sacra Cintola. Maria raccoglie tutti attorno a sé e questa presenza sia per tutti i pratesi e per coloro che si accostano a questa realtà, occasione di pace, concordia e lavoro comune».

Il corteggio in serata è cominciato in orario, con la tradizionale partenza in piazza del Comune. Tanta gente lungo il percorso, con applausi per il sindaco Biffoni che ha guidato il corteo dopo la vittoria alle ultime elezioni. Famiglie, giovani e anziani hanno fatto sentire il loro calore, così come la gente è stata la protagonista della notte in piazza Duomo. Dopo lo spettacolo degli sbandieratori, infatti, il nuovo vescovo Nerbini ha mostrato per la prima la volta la Sacra cintola alla piazza strapiena, un'emozione per lui che è entrato ufficialmente in carica sabato pomeriggio.

La prima ostensione di monsignor Nerbini
La prima ostensione di monsignor Nerbini

'Questa gente mi dà la carica, è la mia benzina', ha detto il sindaco Biffoni, soddisfatto per l'alta partecipazione della gente. 'I pratesi mi hanno fatto sentire accolto, è un piacere essere qui', ha sottolineato invece Nerbini prima della preghiera conclusiva dal pulpito della cattedrale, davanti alla folla che lo ha applaudito al momento dell'ostensione.

Conclusione con i fuochi. Uno spettacolo nello spettacolo. Un finale luminoso e quest'anno un po' malinconico, perché ha segnato anche la fine dell'organizzazione targata Giancarlo Calamai, storico cerimoniere del Comune che andrà ufficialmente in pensione nelle prossime settimane. E' stato il suo ultimo corteggio, un altro successo da ricordare. Per lui, forse, con un po' di tristezza.  

I fuochi che hanno chiuso l'8 settembre
I fuochi che hanno chiuso l'8 settembre

E' finito tutto intorno alla mezzanotte, senza sorprese. L'unica nota polemica è legata alle limitazioni all'accesso in piazza Duomo: ci sono state proteste da parte chi è rimasto fuori a causa delle norme di sicurezza che imponevano di limitare, appunto, la presenza di persone nella stessa piazza Duomo.