Benvenuto, vescovo Giovanni. "Io, seguace di La Pira. Qui sono a casa"

L'incontro alle Carceri con il sindaco, la Pastorale giovanile, i malati e gli stranieri. Poi la messa in Duomo

L'entrata in città del vescovo Giovanni Nerbini (foto Attalmi)

L'entrata in città del vescovo Giovanni Nerbini (foto Attalmi)

Prato, 7 settembre 2019 - Prato accoglie il nuovo vescovo Giovanni Nerbini, il quarto residenziale della storia della città (che prima di monsignor Pietro Fiordelli e dei suoi successori Gastone Simoni e Franco Agostinelli condivideva la guida spirituale con Pistoia). L'ingresso del sacerdote fiesolano è avvenuto alle 16,30 al Centro Pecci, come porta d'ingresso per la città per chi arriva da Firenze. Ad accoglierlo il vescovo uscente Franco Agostinelli, il vicario Nedo Mannucci e il vicesindaco Luigi Biancalani.

Monsignor Nerbini è arrivato puntuale alle 17 in piazza santa Maria delle Carceri per l'incontro con la Pastorale giovanile e il saluto del sindaco Matteo Biffoni. Nella basilica delle Carceri il presule ha reso omaggio a Maria tra i malati e i rappresentanti delle comunità straniere. Presente anche il maresciallo Giuseppe Giangrande.

"Ho avuto tante attestazioni di affetto senza fare niente: questo mi ha fatto capire che c'era già un terreno fertile e accogliente per il quale oggi mi sento davvero a casa", ha detto Nerbini.

Poi, secondo programma, lo spostamento in piazza Duomo per la messa delle 18, con la prima parte presieduta dall’arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori. Dopo il passaggio del bastone pastorale dal cardinale ad Agostinelli e da questi a Nerbini, al nuovo vescovo il compito di presiedere la celebrazione.

"Finalmente siamo giunti al momento in cui ti consegno il pastorale, col quale governerai questa cara e bella chiesa pratese", ha detto Agostinelli a . Nerbini a inizio celebrazione. "Questo è il simbolo della continuità della Chiesa che continua il suo cammino. Oggi questa Chiesa viene consegnata a te: passano le persone ma la Chiesa è quello che resta. Di cui conoscerai i pregi e i limiti, ma ti assicuro che è una Chiesa che cammina e vuol guardare avanti, è viva e reattiva. Ha un laicato operoso e vivace".

Per il nuovo vescovo c'è subito in programma un appuntamento importante: la prima ostensione del Sacro Cingolo, domenica 8 settembre, alla conclusione del corteggio storico per le celebrazioni della Madonna della Fiera, la "vera" festa patronale della città.

Questo il messaggio del sindaco Matteo Biffoni rivolto al vescovo Nerbini.

"Benvenuto a Prato vescovo Giovanni! A nome della città e a mio personale le do il benvenuto. Chi ha deciso di mandarla qui, a Prato, come Vescovo le ha fatto un dono. Perchè questa comunità è unica e meravigliosa. Glielo potrà dire il Vescovo Franco, che ringrazio per il servizio reso alla nostra comunità in questi anni. Prato è una città che ha vissuto il cambiamento e le difficoltà in maniera forte, ma ha sempre provato a reagire e ha tentato di metabolizzare il cambiamento che probabilmente è avvenuto qui in maniera più profonda rispetto ad altre parti. Però Prato non ha mai preso paura. Il pratese non è così, magari brontola tanto, magari scuote la testa, ma alla fine è capace di una generosità incredibile. I ragazzi le hanno regalato una rete che tiene insieme tutta la comunità. Domani, insieme, apriremo insieme la teca della Cintola, la cintura di Maria che tiene insieme la comunità. E' per noi un simbolo oltre che religioso, cittadino proprio perché questa è una città che affonda le radici in tanti luoghi, che ha saputo e dovuto affrontare i cambiamenti e aveva bisogno di punti di riferimento. E la Cintola oltre che per il popolo cristiano è un punto di riferimento  per la città tutta, perché si affronta meglio il futuro se si hanno solide radici in quello che siamo. Ecco, quella Cintola  rappesenta oltre al tenere insieme l'intera comunità quello che è la storia di Prato, quello che siamo noi. La teca della Cintola si apre solo quando ci sono insieme i rappresentanti della società civile e dela Diocesi; una peculiarità, un rapporto che deve necessariamente esserci oltre quelle chiavi tra chi parla a nome della Diocesi, delle parrocchie e delle tante associazioni cattoliche del nostro territorio, e chi rappresenta la comunità tutta. Un dialogo che, nel rispetto dei diversi ruoli e competenze, è sempre profondo, fecondo, vero e diretto sui temi che a questa città stanno a  cuore. Sono tanti, a partire dal lavoro, l'inclusione sociale, l'ambiente, i giovani e soprattutto il futuro: è importante leggere quello che accade qui per cercare di affrontare le dinamiche, i fenomeni che attraversano l'intera società. Sarà una bella sfida, è impossibile non voler bene a questa città. Sarà un bel percorso, io sono sicuro che faremo un grande lavoro insieme. Ancora benvenuto a Prato!".