
Restare 20 ore fuori di casa per colpa di un autobus diretto che non c’è. Infermiere e operatrici socio sanitarie che abitano a Prato e in Vallata sono esasperate: raggiungere Bologna per andare agli ospedali Sant’Orsola e Maggiore è diventata un’odissea. Con i lavori in corso sulla direttissima doveva esserci una rete di bus sostitutivi per i pendolari (a loro si aggiungono studenti universitari e altri lavoratori) ma gli orari dei bus non coincidono con quelli dei turnisti della sanità. Irene Barontini, operatrice socio sanitaria al Sant’Orsola, da due anni fa la pendolare: "E’ rimasto il primo treno delle cinque del mattino che prendiamo per entrare in servizio alle 7 in ospedale. Poi inizia l’incubo del ritorno con i bus a San Benedetto Val di Sambro che non sono sufficienti per tutti e privi di controlli a bordo". Chi entra a lavorare alle 13 deve partire più du tre ore prima, chi smonta alle 7 dall’ospedale non ha più treni perchè il regionale parte alle 7 e intercity alle 7,20. Il primo treno utile è alle 10 e poi il bus per essere a casa alle 13. Il sabato sera non c’è nessun treno utile per chi smonta alle 20 (il regionale parte alle 19,30 e l’Intercity alle 20,05). Chiara Filipponi è infermiera nel reparto di terapia intensiva del Maggiore: "Il servizio dei bus sostituti deve funzionare. I disagi si possono sopportare una o due volte al mese ma così è insostenibile: anche io la mattina parto alle cinque". Del disagio di tanti pendolari si sta facendo portavoce ormai da settimane il Comitato pendolari direttissima: "Dobbiamo ringraziare Germano Carboni – aggiunge Irene Barontini – che sta portando avanti questa lotta, anche per noi, per avere bus sostitutivi. La richiesta è quella di un bus diretto, la situazione che si crea a San Benedetto è insostenibile". L’appello di Irene e Chiara è condiviso da Alessandra, da Rita, da circa cinquanta operatrici sanitarie . All’inizio di gennaio ci sarà un incontro fra Rfi e i sindaci della Val Bisenzio e dell’Appennino, in particolare con Primo Bosi che sta seguendo la vicenda, per capire le soluzioni possibili e le fermate dei bus. Troppi sono i disagi, per troppe persone.