Cambio al vertice per il Museo di Palazzo Pretorio. L’attuale direttrice Rita Iacopino dal primo ottobre andrà in pensione, la nuova responsabile si chiama Manuela Fusi e fino a pochi giorni fa era una dipendente della Pinacoteca nazionale di Siena, dove lavorava come assistente tecnico del servizio conservazione e valorizzazione. Notizie sul suo conto in rete scarseggiano. Non risultano pubblicazioni, curatele di mostre, né ruoli di coordinamento in istituzioni culturali. A parte il lavoro di assistente alla Pinacoteca di Siena, Fusi ha avuto un incarico all’Università senese, dove nell’anno accademico 2022-2023 ha tenuto un corso di preistoria e protostoria. Fusi non è di Prato ed è laureata in archeologia ed è già stata assunta come funzionario socioculturale. Sul sito del Comune di Prato non è ancora stata pubblicata la notizia della sua nomina, anche se la determinazione dirigenziale che dà il via libera alla sua assunzione a tempo indeterminato è datata 29 agosto. In attesa di comunicazioni ufficiali sul nuovo responsabile del Museo Palazzo Pretorio, una delle più importanti istituzioni culturali della città, di proprietà del Comune e quindi dei pratesi, ecco in sintesi come mai per guidare il museo è stata scelta un’archeologa non pratese senza esperienza di direzione o coordinamento museale.
Iacopino, che in questi dieci anni ha retto il museo con grande cura e passione (e non troppe risorse), tra una settimana sarà in pensione: nata nel maggio 1958, laureata in storia dell’arte con il massimo dei voti, ha raggiunto il limite di anni di anzianità di servizio e quindi deve lasciare il suo ruolo. Funzionaria storica del Comune, Iacopino per tanti anni ha lavorato nella cultura, soprattutto per la valorizzazione del patrimonio artistico della città, conoscendo alla perfezione la collezione delle opere del museo. Numerose sono le sue pubblicazioni, così come le partecipazioni a convegni e seminari nel ruolo di relatrice. Non era facile sostituirla, ma era chiaro che prima o poi sarebbe stato necessario farlo. Tra la fine della campagna elettorale e l’inizio della nuova legislatura, diventa ufficiale che Iacopino deve essere pensionata a fine settembre e in Comune si preferisce la strada più semplice e più rapida: non potendo bandire un concorso ad hoc, perché i tempi sono troppo stretti, si decide di attingere alla graduatoria di un concorso già bandito da altri. La scelta cade sul Comune di Montelupo Fiorentino, che nel 2023 aveva bandito un concorso per un funzionario socioculturale a cui affidare la guida del locale Museo della ceramica (con tutto il rispetto un compito non paragonabile alla direzione del Museo di Palazzo Pretorio). La prima classificata e quindi la vincitrice del posto, una giovane all’epoca neolaureata in storia dell’arte, la seconda appunto Manuela Fusi, una scelta obbligata.
Si poteva fare diversamente? Si ricorre agli articoli 90 anche per le segretarie degli assessori, con tutto il rispetto per il loro ruolo: un incarico esterno per una mansione così importante, che richiede competenze specifiche, relazioni nel mondo della storia dell’arte e conoscenza della città, sarebbe stata un’alternativa percorribile. E se da una gradutatoria esistente si doveva per forza pescare, magari era meglio non scegliere quella dei concorrenti alla direzione del Museo della ceramica.
Anna Beltrame