Luana, due anni dopo la tragedia. Gli ispettori del lavoro sono solo 19

L’organico degli uffici pratesi è stato rafforzato solo negli ultimi tre mesi con l’arrivo di sei nuove unità

Il murales per Luana D'Orazio

Il murales per Luana D'Orazio

Prato, 3 maggio 2023 – Ancora si muore sul lavoro. Ancora qualcuno non torna a casa dal lavoro. Sono passati due anni dalla tragica morte di Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni mamma di un bimbo che oggi ha sette anni, stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando nella ditta tessile "Orditura srl" di via Garigliano a Oste di Montemurlo.

Erano le 9.46 della mattina del 3 maggio di due anni fa quando un collega di Luana ha premuto il pulsante di stop dell’orditoio. Troppo tardi, l’irreparabile era già avvenuto. L’esile corpo della ragazza girava privo di vita da qualche secondo insieme alla macchina come in un "abbraccio mortale". Data e orario che saranno difficili da dimenticare. Luana è morta nel modo peggiore diventando suo malgrado il simbolo delle tante vittime sul lavoro che ogni anno si registrano in tutto il Paese. Vittime che sono ancora troppe: nel 2022 sono state 1.090 in tutta Italia (secondo i dati dell’Inail) in leggera flessione rispetto all’anno prima, quello in cui ha perso la vita Luana, che sono state 1.221.

"Troppe", come ripete la mamma di Luana, Emma Marrazzo, dal giorno della morte della figlia, chiedendo "più sicurezza". La "sua" Luana infatti è morta perché – come hanno accertato le indagini della Procura di Prato – il macchinario a cui stava lavorando era privo delle protezioni necessarie per legge. Se la macchina non fosse stata modificata Luana non sarebbe morta.

Il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro è uno dei temi centrali nel distretto pratese, soprattutto dopo il rogo al Macrolotto nel quale morirono sette operai cinesi. Le istituzioni si sono concentrate nella battaglia a favore della sicurezza promuovendo una serie di controlli a tappeto nelle aziende, soprattutto a conduzione cinese ma anche italiane. Una battaglia che molto spesso si scontra con la penuria di personale a disposizione degli enti per realizzare i controlli. Basti pensare che all’ufficio dell’Ispettorato del lavoro di Prato si contano appena 19 ispettori per un totale di circa 30.000 aziende fra artigiane e industriali. Un numero esiguo che è stato rafforzato solo ultimamente. Tre mesi fa ne sono arrivati tre e una settimana fa altri tre. Sei nuove unità in tre mesi non sono poche ma il numero resta comunque esiguo rispetto alle necessità del distretto.

L.N.