Campione italiano di tiro con l’arco per disabili e record del mondo conquistato. La vita degli sportivi è fatta di alti e bassi, ma soprattutto di incontri che possono cambiare il corso degli eventi. Daniele Cassiani lo scorso ottobre, alla soglia dei 34 anni, aveva la carriera a rischio. A causa del Covid si era ritrovato senza uno spazio dove potersi allenare e così, attraverso La Nazione, aveva lanciato un appello alla città: "Ho bisogno di un capannone dove potere tirare con l’arco un paio di volte alla settimana. Altrimenti rischio di perdere le paralimpiadi di Tokyo". Richiesta d’aiuto subito accolta dalla Croce d’Oro che da novembre gli ha messo a disposizione il salone Mannelli di via Niccoli.
Da quel giorno Cassiani ha ripreso ad allenarsi con costanza, è diventato assieme alla compagna un volontario della Croce d’Oro e qualche settimana fa ha conquistato il record italiano sulle 60 frecce: 583 punti su 600 a disposizione (sarebbe stato anche record mondiale, ma la competizione non era riconosciuta a livello internazionale ma solo italiano). Questo weekend, poi, la svolta di un’intera carriera: al PalaCalafiore di Reggio Calabria ha vinto il titolo italiano sia sulle 60 che sulle 15 frecce. Ma non finisce qui. Perché è arrivato anche il duplice record mondiale, rispettivamente con 580 e 147 punti. "Fare due record del mondo nello stesso giorno è qualcosa che capita forse una volta nella vita – racconta –. Adesso ho sia il record italiano che quello del mondo. Paradossalmente il record nazionale è più alto di quello del mondo, e credo di essere l’unico atleta sulla Terra ad avere un simile primato". Eppure la competizione non era proprio iniziata nel migliore dei modi. "Mi sono presentato a Reggio Calabria con l’obiettivo di realizzare il record del mondo, soprattutto quello sulle 60 frecce – aggiunge –. Onestamente però non pensavo di riuscire a centrarlo. Poi, nell’ultimo quarto di gara, ho avuto una sorta di illuminazione. E il record è arrivato. Come spesso succede, quando meno te lo aspetti".
Cassiani però non dimentica quanto siano stati complicati gli ultimi mesi del 2020 e la fatica per trovare un posto dove allenarsi. "Questo è uno dei momenti migliori della carriera – prosegue –. La svolta è stata rappresentata da una serie di fattori: la possibilità di tirare alla Croce d’Oro, l’arco nuovo regalato dalla federazione, i consigli di auro Ciarnese e la possibilità di allenarmi col coach Giuseppe Marascia. Ringrazio anche gli Arcieri della Signoria di Firenze, società per cui sono iscritto". Adesso per chiudere il cerchio c’è da coronare il sogno paralimpico, quello per cui Cassiani si era appellato a tutta la città. Ha già disputato una paralimpiade in carriera, ad Atene, e ora quasi vent’anni dopo spera nel bis. "Il pass sarà messo in palio in Repubblica Ceca a luglio – conclude –, mi allenerò a Roma e a Prato. In più ci saranno i raduni con la nazionale. Spero di centrale l’obiettivo paralimpico anche come ringraziamento verso chi mi hanno aiutato in questi mesi. Mi piacerebbe portare lo stemma di Prato e quello della Croce d’Oro in Giappone, così da dargli una vetrina mondiale".
Stefano De Biase