
Stefano Tempesti omaggiato dall’Ortigia
"Io credo di essere ancora un portiere che può dire la sua, che può fare la differenza. Penso però che ci voglia anche un po’ di intelligenza nel capire quando è il momento di farsi da parte. E quel momento è arrivato". Lo ha ribadito Stefano Tempesti, nel motivare il suo ritiro dalla pallanuoto (alle soglie dei 46 anni, che compie il 9 giugno) che dallo scorso 20 maggio è a tutti gli effetti ufficiale. Il "portierone" di Prato è partito una volta tanto dalla panchina, in "gara 3" che ha visto l’Ortigia perdere nella capitale contro la Vis Roma (10-8) e concludere così il campionato all’ottavo posto. Poi i ricordi: "In tribuna c’erano tante persone care, mi spiace solo che non abbia potuto esserci Umberto Panerai, mio maestro in acqua – ha detto Tempesti - colui che mi ha insegnato a parare e mi ha trasmesso una filosofia, un modo di affrontare il ruolo che nessun altro nel mondo mi poteva insegnare. Lui sarà sempre una parte importante della mia carriera. C’era invece Jacopo Bologna, che ebbe il coraggio di portare me, ragazzino, da Prato a Firenze, contro tutto e tutti, credendo in me anche quando le cose non andavano bene". Tempesti ha smesso dopo aver vinto quattordici Scudetti, tredici Coppe Italia e cinque Champions League oltre al Mondiale del 2011. Anche se una coincidenza "romantica", nel descrivere l’inizio e la fine della sua carriera da professionista iniziata trentatré anni fa con la Florentia, dopo gli inizi con la Futura. "È stata un’emozione meravigliosa, a volte la vita ti regala queste gioie – ha ricordato - ho esordito tanti anni fa contro l’Ortigia in campionato e chiudo la mia carriera con l’Ortigia". Nel mezzo, è stato convocato per ben cinque edizioni dei giochi olimpici, da Sydney 2000 a Rio 2016 per oltre trecento presenze in Nazionale. Dopo aver dominato con la Pro Recco, Tempesti era sbarcato in Sicilia nel 2019. Ma non ha dimenticato la sua città. E sul futuro non si sbilancia: molto probabile che resti nella mondo della pallanuoto con un incarico dirigenziale. La "leggenda" Tempesti non tramonta.
Giovanni Fiorentino