L’efficientamento dei capannoni? Con 10 milioni da spendere subito

Incontro fra i rappresentanti delle categorie economiche, il sindaco Biffoni e il direttore di Estra "I soldi arrivati da Roma potranno essere usati per aiutare le imprese ad abbassare i consumi"

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Fare rete per tentare di accedere a tariffe più convenienti, investire in energie rinnovabili attraverso l’efficientamento dei capannoni industriali grazie al paracadute dei 10 milioni di euro riservato al distretto tessile, spingere sulla richiesta di aiuti a Roma. In attesa di una svolta a livello europeo, mentre il governo sta lavorando su un nuovo decreto aiuti per ridurre l’impatto dei costi dell’energia, il Comune, dal canto suo, tenta una strategia per trovare soluzioni a una situazione che minaccia la sopravvivenza del distretto e scacciare lo spettro di una nuova possibile recessione.

La questione è stata affrontata nell’incontro promosso nella sede di Prisma di via Galcianesee voluto dal Comune per analizzare l’impatto sul territorio del costo dell’energia e le prospettive dei prossimi mesi, anche alla luce degli appelli lanciati da imprenditori (soprattutto del settore della nobilitazione) piegati dai prezzi abnormi di gas ed energia. Rincari che superano il 100% rispetto al 2021 e sforano l’incidenza del 55% sul fatturato. "Una situazione che rischia di spazzare via il patrimonio produttivo, economico, storico e anche sociale del territorio", hanno sottolineato durante l’incontro i rappresentanti di Camera di Commercio, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Cna, rivolgendosi al sindaco Biffoni, all’assessore alle attività produttive, Benedetta Squittieri. Presente anche Paolo Abati, direttore generale Estra insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

"Il lavoro per contenere i costi energetici e variare le fonti di approvvigionamento con una svolta green non è cominciato ora, ma già dall’autunno scorso per fronteggiare i problemi lasciati dalla pandemia", spiega il sindaco Matteo Biffoni. "Fin da domani il lavoro sarà impostato su due livelli: uno di breve periodo per affrontare l’emergenza e rafforzare le richieste di intervento fatte da associazioni di categoria e sindacati a Regione e governo, l’altro di medio termine a partire da gennaio 2023 per garantire la possibilità alle imprese di raggiungere l’efficientamento energetico degli edifici per abbassare i consumi di energia". Un primo passo possibile grazie ai 10 milioni destinati al tessile, che potranno essere finalmente spesi dopo la firma del protocollo d’intesa venerdì in palazzo comunale. Il tempo rimasto è poco: l’impennata dei prezzi, iniziata molto prima della guerra, è stata amplificata dal prolungarsi del conflitto con l’Ucraina e dalla strategia a singhiozzo sul gas messa in atto dalla Russia. In attesa dell’unica soluzione in grado di abbassare la curva del prezzo del gas con un tetto europeo (il price cap, un’asticella che identifica il livello massimo sul prezzo), Prato deve agire. "Il fortissimo aumento dei costi del gas non è dovuto solo alla guerra in Ucraina e all’embargo che che ne è scaturito, ma soprattutto a un’ampia azione speculativa avviata molto prima dello scoppio del conflitto, già all’indomani della fine della pandemia", spiega il direttore di Estra Paolo Abati.

"Un’altalena di prezzi che ha gettato alle ortiche il normale meccanismo di domanda e offerta. Il costo del gas è passato dal minimo di 0,15 euro al metro cubo fino a 3,20 euro a cavallo tra novembre e dicembre 2021 per poi riscendere a 0,75 e risalire di nuovo vertiginosamente dopo l’inizio della guerra, nel febbraio 2022 e arrivare nell’agosto scorso di nuovo a 3,20 euro". Il tetto al prezzo del gas avrebbe un duplice risvolto secondo Abati: "Permetterebbe di ampliare il sistema delle garanzie pubbliche alle imprese, come già fatto da Germania e Francia per andare incontro al problema della liquidità e a quello dell’affidabilità delle nostre imprese sul mercato".