
La prova sul dibattito impossibile E Verdone ammirato: ecco il genio
Questa è l’unica foto (qui a fianco) che posseggo con questi cari amici e colleghi: Massimo Troisi e Francesco Nuti. Non ricordo bene l’anno ma doveva essere il 1986. Credo. Eravamo a Campione per un premio, fu una rarissima occasione per riunire tanti attori importanti: ricordo che vennero tutti, compreso Alberto Sordi. E forse l’unica volta che Nuti e Troisi si trovarono insieme: non si frequentavano, almeno da quel che mi ricordo. Una sera mi intrattenni con Nuti, prima che lui andasse a giocare al casinò. Il gioco gli piaceva molto.
Siccome odio il gioco, le carte e i casinò, andai a salutarlo in camera per fumarmi una sigaretta e dargli la buonanotte. Era davanti ad uno specchio, seduto su una sedia, e provava qualcosa gesticolando. "Che stai facendo?" gli chiesi pieno di curiosità. "Dimmi se ti piace questo monologo... se ti ricordi te lo accennai a Non Stop. È il militante comunista che tenta di prendere la parola a una Festa dell’Unità. Ma non riesce mai ad introdursi nel casino del dibattito dove tutti si parlano addosso". Effettivamente me lo ricordavo vagamente, lo voleva proporre come un suo assolo personale ad Enzo Trapani, il regista della trasmissione. Ma quella sera, chissà per quale motivo, forse per fare un numero all’indomani della premiazione, mi fece un’esibizione personale di quel monologo mai fatto in tv.
Mai vidi cosa più geniale: seduto su una sedia immaginava un dibattito violento con tutti che urlavano, lui li seguiva dalla platea ed alzava il braccio per prendere la parola che non avrebbe mai ottenuto. La genialità del monologo era quella di pronunciare 10-12 parole: "No, scusa... Se permetti... Scusa... Si ma se... Fammi parlare scusa...scusa...Io dico che.... No scusa... Scusa se permetti.... Posso parl... Scusa... Fammi dire una... Scusa... Non sono d’acc... No scusa... Caxxo fammi parl... Scusa, scus... un att... fammi dire... permetti?... Scusa... scus...". Con la mano che alzava in tempo perfetto per farsi notare ed intervenire. Ma nessuno se lo filava. Durava 15 minuti circa (un’enormità) ma era travolgente, non perdeva mai ritmo, ma anzi si infervorava sempre più, fino lentamente a perdere energia e a rallentare, sconfortato, per poi alzarsi ed abbandonare l’ipotetica assemblea. Solo da Troisi avevo ascoltato dei tempi recitativi cosi perfetti, ma questo suo monologo era un colpo di genio assoluto. La sera della premiazione ero sicuro che lo avrebbe recitato.
Niente, cambiò idea non facendo nulla. E ci privò di un assolo straordinario di un attore, in quel tempo, in forma strepitosa. Francesco Nuti lo ricorderò sempre per quella fantastica esibizione privata in una camera di un hotel. Là vidi la sua genialità, fuori dagli schemi. Di fronte a certe strabilianti performance non si resta che ammirati spettatori.
Carlo Verdone
post Fb del 17 aprile 2016