
Ranaldi: "Cambiati i criteri per l’accreditamento. Preoccupata per il futuro del centro"
"Sono preoccupata per il futuro de "La Nara", ma non posso pensare che sia messo in ginocchio un sistema di tutele per le donne. Questo sistema svolge un servizio fondamentale che va mantenuto e salvaguardato". Francesca Ranaldi, coordinatrice del Centro antiviolenza ha partecipato a Roma agli incontri del Dipartimento delle pari opportunità e sa che le sorti del Centro pratese sono comuni a innumerevoli altre realtà, in lungo e largo per l’Italia. E proprio questo la sprona a ritenere che l’intesa Stato - Regioni del 2014 prorogata fino a settembre, possa cedere il passo ad una vera e propria schiarita, senza che si cancellino anni di lavoro.
"l timori ci sono: la nuova intesa Stato-regioni detta criteri tecnici economici diversi sui requisiti per l’accreditamento. Ora – sottolinea – si chiede che le attività dei centri antiviolenza siano preponderanti nel bilancio dell’ente, ma "La Nara" opera all’interno della cooperativa Alice che si occupa di molti servizi. Quindi, non vi è preminenza della sua attività. Le case-rifugio che sono state una concreta via d’uscita per tante donne e i loro figli rischiano di chiudere. Con la buona volontà e la consapevolezza di offrire un servizio necessario possiamo mantenere e non disperdere il lavoro".
Lo ripete sempre la coordinatrice del Centro "La Nara": "si lavora sulla specificità del territorio, sulla sua conoscenza e su quella delle persone. L’esperienza, le competenze, la rete e le alleanze costruite fanno la differenza quando si tratta di intervenire. Sono modelli acquisiti, operativi, con professionalità collaudate negli anni, non si può far saltare tutto". Il 2024 è stato l’anno record di accessi per il Centro Antiviolenza la Nara con 508 donne che hanno bussato alla sede di via Verdi. Troppo presto per valutare l’andamento del 2025. Sarà però incoraggiante, se si confermerà un nuovo scenario, ancora di piccoli numeri. I giovani, anche per l’attenzione al lavoro fatto sui banchi di scuola stanno imparando a riconoscere i segni della violenza che si consumano tra le mura domestiche. Una nuova consapevolezza che cresce ma. chi.