La donna che salvava i teatri. Il docufilm su Roberta Betti e i nostri luoghi del cuore

Venerdì in anteprima nazionale il lungometraggio sull’impresa del Politeama con Drusilla Foer. Una testimonianza d’amore per la cultura e la città, un esempio da non dimenticare .

La donna che salvava i teatri. Il docufilm su Roberta Betti e i nostri luoghi del cuore

La donna che salvava i teatri. Il docufilm su Roberta Betti e i nostri luoghi del cuore

Roberta Betti, e tanti pratesi insieme a lei, ha salvato un teatro. Il Politeama oggi sarebbe un parcheggio se non ci fossero state quella passione, quella tenacia, quella capacità di unire energie e risorse per un bene comune, per la cultura. Non ci sarebbe quel magnifico teatro che è casa per tante persone, per gli spettacoli di prosa, per la danza, i concerti della Camerata, per la musica. C’è un docufilm che racconta l’impresa di Roberta e di Elvira Trentini, due donne fuori dal comune. "La donna che riapriva i teatri" con la regia di Francesco Ranieri Martinotti è stato presentato ieri al Film Festival di Torino e sarà proiettato in anteprima nazionale venerdì alle 21 al Politeama. La storia di Roberta ha una narratrice d’eccezione, Drusilla Foer, che sarà sul palco del Politeama insieme a Simona Marchini, l’ex direttrice della scuola di musical Arteinscena. "La donna che riapriva i teatri" è una testimonianza d’amore e di amicizia.

Viviamo tempi diversi, adesso. E’ più comodo guardare una serie sul divano, i tempi cupi della pandemia con tutte le paure e le restrizioni hanno un po’ cambiato tante persone. Perfino due settimane fa i teatri sono stati chiusi dopo l’alluvione. Roberta invece ci ha insegnato a lottare. Lei ha salvato il Politeama dalle ruspe, oggi bisogna salvare i teatri, i cinema e i musei dall’indifferenza. C’è una frase attribuita a Churchill, quando si trattava di tagliare i fondi destinati alla cultura per finanziare la guerra: "Ma allora per cosa combattiamo?", disse. Oggi questa può sembrare una battaglia di retroguardia, ma ognuno può e deve fare qualcosa. Senza i teatri, la musica, senza spazi e momenti di condivisione della bellezza e della cultura, una città muore. Roberta è memoria di una Resistenza. Il divano è la strada più semplice, ma è una strada senza luce. "Il lascito di Roberta ed Elvira è un bene prezioso che non va mai dato per scontato e ogni giorno ha bisogno dell’affetto della città", dice oggi Beatrice Magnolfi, che con passione, tenacia e competenza dirige il teatro salvato da Roberta ed Elvira. E dai pratesi.

Anna Beltrame