REDAZIONE PRATO

La corsa ad ostacoli per ottenere lo Spid Per gli anziani resta un grosso rompicapo

A Prato solo alle Poste rilasciate 80mila identità digitali, ma per tanti è difficile usarle. La delega ai figli? Annunciata, ma ancora impossibile

Sms, Pin, codice Otp, App. Sono tutti termini ormai entrati nella quotidianità del nuovo millennio, ma per chi non ha particolare dimestichezza con smartphone, internet e strumenti digitali possono diventare un vero e proprio grattacapo. Eppure ognuno dei termini citati è fondamentale per ottenere lo Spid, la nuova identità digitale che dal 1° ottobre è necessaria per dialogare con i servizi on line dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps, dell’Inail e di tutte le amministrazioni pubbliche sopra i cinquemila abitanti. Il problema, soprattutto per le persone più anziane, non è tanto quello di dotarsi dello Spid (in provincia di Prato soltanto con Poste Italiane sono stati rilasciate 80mila identità digitali), quanto effettuare il settaggio dell’applicazione una volta ottenute le credenziali. Perché non tutti sono in grado da soli di fare funzionare l’app fra cellulare da indicare, password, indirizzo mail e codice Pin. "Purtroppo anche agli infopoint del Comune – spiega Paolo Boscolo, dell’ufficio tecnico -, c’era la sensazione che dopo il rilascio dello Spid le persone più anziane fossero in difficoltà nel capire come farlo funzionare". Ecco che quindi diventa fondamentale l’intervento dei figli o dei parenti. E ancora più strategica è l’introduzione del meccanismo di delega: cioè consentire agli anziani di affidare a figli, nipoti o amici gli adempimenti on line a proprio nome. Peccato però che dopo l’annuncio del governo della possibilità di delega, e dopo la pubblicazione dell’Inps delle proprie linee guida, poi non abbiano fatto seguito i decreti attuativi ministeriali, previsti dallo stesso decreto Semplificazioni, che dovranno stabilire le modalità operative generali del sistema. Insomma, ai soliti annunci non ha poi fatto seguito la concretizzazione del provvedimento. E rivolgendosi alle Poste pensando di potere effettuare le operazioni legate allo Spid con delega per conto di un proprio parente si scopre che in Italia non è ancora consentito. Per non parlare poi del meccanismo che impedisce di gestire più Spid sullo stesso cellulare. Di fatto per potere ottenere l’identità digitale e dialogare con le pubbliche amministrazioni ogni anziano è costretto ad avere uno smartphone, una connessione a internet e un indirizzo mail, anche se non hanno assolutamente idea di come si utilizzi. Il problema non è affatto di poco conto. Perché senza Spid non si possono pagare on line visite ed esami, non si può portare avanti la dichiarazione dei redditi con l’Agenzia delle Entrate e non si può neanche cambiare il proprio medico curante. "La situazione è molto delicata – aggiunge Boscolo -, perché da un lato ci sono le esigenze di privacy e di non consentire eventuali furti d’identità. Dall’altro le oggettive difficoltà di anziani che non hanno idea di cosa sia l’era digitale". Un primo passo fondamentale intanto è quello di dotarsi di Spid. In Italia sono circa 25 milioni le persone che hanno ottenuto l’identità digitale. Un dato preoccupante perché significa che siamo solo al 50% della popolazione (considerando che ci sono circa 10 milioni di minorenni che ancora non possono richiedere lo Spid). Per attivarla ci sono tante possibilità, anche gratuite. Una delle più usate è quella delle Poste, che a Prato conta una rete di 33 uffici, 2 centri di distribuzione, 27 Postamat. On line si effettua la registrazione, poi di persona negli uffici postali ci si fa identificare. I documenti necessari sono indirizzo mail, numero di cellulare, tessera sanitaria e un documento di identità. L’operazione in totale richiede circa quindici minuti di tempo.

Stefano De Biase